Prima si sono fermati i medici e gli infermieri, poi lo stop nelle Ferrovie e la mobilitazione dei metalmeccanici. Ieri lo sciopero generale di Cgil e Uil per chiedere di cambiare la Manovra. Agostino Santillo, vicepresidente del gruppo M5S alla Camera, c’è un disagio sociale che serpeggia nel Paese?
“Più che serpeggiare, il disagio è ormai manifesto. Mettiamo in fila i fatti: quest’anno e nel prossimo biennio cresceremo meno dell’intera Ue, la produzione industriale scende da 20 mesi consecutivi, la cassa integrazione è aumentata del 20%, la povertà ha raggiunto il record storico e il potere d’acquisto degli italiani è calato del 10%. Di fronte a questi numeri drammatici, Meloni e i suoi ministri continuano a dire che va tutto bene, che opposizioni e sindacati tifano perché le cose vadano male etc. Se c’è qualcuno che quando ha governato ha fatto realmente gli interessi dell’Italia, quello è il presidente Conte insieme al M5S. Oggi quel poco di crescita di Pil che c’è è merito del Pnrr, senza sarebbe una catastrofe”.
Il vostro leader Giuseppe Conte ha fatto notare che gli unici che non esprimono malcontento sono le banche e l’industria delle armi. Ci spiega cosa voleva dire?
“Questa è la prima legge di Bilancio scritta in ossequio al nuovo Patto di stabilità franco-tedesco. Un Patto lacrime e sangue, che da qui ai prossimi anni costerà agli italiani tagli funesti su sanità, scuola, sociale. Di contro, chi non subirà contraccolpi sono gli istituti bancari e le aziende d’armi. Nel primo caso, ancora una volta, il duo Meloni-Giorgetti ha preso in giro i cittadini facendo credere loro di averli tassati, ma si tratta di un banale prestito che le stesse banche recupereranno nel 2027. Nel secondo, la Manovra aumenta di ben 7,5 miliardi gli stanziamenti per l’acquisto di nuovi sistemi d’arma. Insomma: se il popolo non ha più pane, che imbracci i fucili”.
Gli indicatori economici sconfessano la narrazione del governo di un Paese che cresce e che è sano. A settembre prosegue per il quinto mese consecutivo il calo del fatturato dell’industria e a novembre torna a correre il carrello della spesa.
“Le famiglie sono allo stremo, la metà di loro non arriva a fine mese. Perciò sarebbe servita una Finanziaria completamente diversa. Il M5S ha presentato oltre 1.200 emendamenti per correggere la rotta: chiediamo di aumentare le pensioni minime di 100 euro al mese e non di 3, di prevedere un sostegno al reddito per i lavoratori in Cig, di aumentare in modo corposo le risorse per le persone con disabilità, solo per fare degli esempi. Per reperire le risorse, Meloni avrebbe dovuto tirare fuori il coraggio e tassare gli extraprofitti; invece, ha ceduto ai ricatti delle lobby e questo è il risultato. Non è un caso se tutti, compresa Confindustria, abbiano bocciato la Manovra”.
Ritorniamo allo sciopero. Che pensa della precettazione firmata dal ministro Matteo Salvini?
“Salvini non conosce la Costituzione, che all’art. 40 riconosce espressamente il diritto di sciopero. È un pugile suonato, un pre-Cetto La Qualunque che pensa che basti questo per reprimere il dissenso verso l’esecutivo. Piuttosto, venga in Parlamento a spiegarci perché da mesi i pendolari sono costretti a vivere un calvario quotidiano mentre i controllori vengono aggrediti”.
Qual è il messaggio che secondo lei le piazze d’Italia hanno mandato al governo?
“Un messaggio di sfiducia nei confronti di questo governo e della sua propaganda. Proprio in questi giorni, abbiamo addirittura assistito al tentativo della destra di aumentare i soldi ai partiti. È una maggioranza totalmente scollegata dalla realtà: prima va a casa e meglio è per l’Italia”.