Giorgia Meloni ha scelto Bruno Vespa per il suo debutto in tv nel ruolo di presidente del Consiglio. Lo speciale di Porta a Porta andrà in onda su Rai 1 nella serata di mercoledì 21 dicembre, al posto di Soliti Ignoti di Amadeus.
Domani sera lo speciale “Porta a porta” Rai Uno con il premier Meloni. L’intervista di Vespa prenderà il posto dei “Soliti ignoti”
L’appuntamento – si dirà – d’altronde è di quelli importanti considerando (non a caso) che la premier ha scelto come prima intervista un periodo molto delicato essendo alla vigilia della Legge di bilancio, una legge di bilancio peraltro contrassegnata da continui andirivieni (vedi la querelle sul Pos) che ha lasciato anche gli elettori di destra abbastanza interdetti.
Ma torniamo alla notizia della trasmissione, che ha suscitato l’ilarità di Fiorello che, nel silenzio generale, al suo Viva Rai2 ha deciso di accendere i riflettori sulla scelta del premier. Mostrando il titolo di Libero.it: “Meloni sceglie Vespa per il debutto in tv da premier: salta Amadeus”, lo showman ha sottolineato: “Salta Amadeus!”.
Puntando gli occhi verso la telecamera, allora, si è rivolto direttamente a Vespa, suo ospite la scorsa settimana, peraltro. “Vespa, hai fatto saltare Amadeus. Cioè, Vespa è arrivato e ha detto: ‘La Meloni, la intervisto io’. Ma non lo fa nel suo spazio. Ha levato Amadeus. Ha detto: ‘Via, via’”, ha ironizzato Fiorello. E ha aggiunto: “Lo posso dire? Da quando ha tenuto l’ombrello ai Jalisse, si è montato la testa”.
Il riferimento, ovviamente, è alla gag di cui è stato “vittima” – o, meglio, partecipe – il giornalista la settimana scorsa in compagnia proprio dello storico duo autore di “Fiumi di parole”. La puntata poi è ovviamente proseguita, con altri spunti di satira. Ma anche di momenti di commozione. Fiorello ha voluto ricordare tre personaggi drammaticamente scomparsi nelle ultime ore. Sinisa Mihajlovic, il giornalista Mario Sconcerti e l’attore Lando Buzzanca. A loro lo showman ha deciso di dedicare l’ultimo appuntamento della trasmissione.
Resta però, al di là delle battute, l’evidenza dello “strapotere” – che per alcuni è semplicemente autorevolezza – del giornalista a Viale Mazzini. E, effettivamente, non solo all’interno del servizio pubblico. Prova ne è l’onnipresenza del suo libro in questi giorni. Come sottolineato soltanto pochi giorni fa dal Fatto Quotidiano, il conduttore televisivo è riuscito a spaziare praticamente ovunque per presentare la sua ultima fatica letteraria: “La grande tempesta. Mussolini. La guerra civile. Putin. Il ricatto nucleare. La Nazione di Giorgia Meloni”.
Solo negli ultimi giorni è stato un po’ ovunque: Non è l’arena, Tg2 Post, Uno Mattina, diMartedì, Piazzapulita, Oggi è un altro giorno, Tagadà, Zona Bianca. Con l’aggravante che un libro pubblicato dalla casa editrice della Rai ha preferito diretti competitor di trasmissioni del servizio pubblico senza che nessun direttore o capostruttura abbiua detto niente di niente. Un esempio? Vespa due giovedì fa sarebbe potuto andare dal programma di Ilaria D’Amico Che c’è di nuovo
E invece no: ha preferito il diretto rivale Corrado Formigli. Un po’ paradossale per chi guadagna quatrini su quattrini con la Rai e per di più pubblica con la Rai. Alla fine, al di là di queste “inezie”, il risultato è clamoroso: una marchetta al libro, scrive ancora Il Fatto, ogni 180 minuti. Numeri da guinness world record.
Resta però un’altra assurdità a cui soltanto in pochi hanno notato. Uno dei pochi è stato Marco Zonetti su vigilanzatv.it. Perché se c’è chi vince (o chi comanda), c’è chi perde (o comanda meno, almeno con la Meloni al governo). Sarebbe infatti stato opportuno – o quantomeno ci si sarebbe aspettato – che ad intervistare la presidente del Consiglio sarebbe stata la direttrice del Tg1 Monica Maggioni. Per varie ragioni: avrebbe dato prestigio al telegiornale di rete, avrebbe retto l’intervista una donna simbolo del servizio pubblico (essendo peraltro interna alla Rai). E invece nulla di tutto questo.
Ed è peraltro il secondo scotto che la Maggioni deve pagare: prima della presidente del Consiglio, infatti, a snobbare un’intervista al Tg1 è stato addirittura il Papa che ha preferito dialogare col Tg5. Insomma, colpaccio per Vespa ed ennesima delusione per la “direttorissima” del primo notiziario d’Italia (almeno sulla carta, visto che viene “snobbato” da Papi e Presidenti del Consiglio).
Non bisogna dimenticare ancora, come ricorda Zonetti, che il predecessore di Meloni a Palazzo Chigi, Mario Draghi, per la sua unica intervista televisiva scelse il Tg1 diretto da Giuseppe Carboni in quota Movimento cinque stelle (Mario Draghi fu intervistato da Mario De Pizzo); così come Giuseppe Conte che, da presidente del Consiglio, fu intervistato da Francesco Giorgino in uno speciale Tg1 diretto sempre da Carboni, che al momento giace parcheggiato in attesa di una carica.
Anche Paolo Gentiloni scelse il Tg1, all’epoca diretto da Mario Orfeo. Era dai tempi di Mario Monti che un Presidente del Consiglio appena insediato non sceglieva Vespa e Porta a Porta per la sua prima intervista. Enrico Letta, da premier, si affidò a Fabio Fazio e di Che tempo che fa mentre Matteo Renzi a Giovanni Floris, all’epoca conduttore di Ballarò.
E chissà a questo punto se questa scelta non sia foriera anche di altro. Non è un mistero che la Meloni apprezza, e molto, Bruno Vespa. C’è chi vocifera che proprio al conduttore venga chiesto di dirigere il Tg1 al posto della Maggioni tra qualche mese.
Un’ipotesi che però non troverebbe lo stesso presentatore d’accordo dato che col suo Porta a porta ha un ritorno economico (e d’immagine) notevolmente più importante. A meno che non spunti un ruolo dirigenziale. Soltanto allora (forse) Vespa potrebbe cedere. Per il momento sono soltanto voci. Resta l’intervista che andrà in onda domani sera.
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