Habemus pactum: raggiunto l’accordo sul bilancio Ue 2021-2027 e, di conseguenza, sugli ultimi passi per adottare Next Generation Eu, già nel primo giorno del summit europeo. Lo annuncia su Twitter il presidente del Consiglio dell’Ue, Charles Michel. Superato quindi il veto di Ungheria e Polonia, potrà esserci il via libera all’aumento del massimale delle risorse proprie dell’Unione che costituiscono la garanzia per l’emissione obbligazionaria di 750 miliardi di euro stanziati con il Recovery Fund per sovvenzioni e prestiti agli Stati colpiti dalla crisi.
“Ora possiamo iniziare con l’implementazione delle politiche per ricostruire le nostre economie. Il pacchetto di misure porterà avanti la transizione verde e digitale”, scrive Michel. L’accordo è stato raggiunto sulla base della bozza di conclusioni presentata alla vigilia del vertice dalla presidenza tedesca, dunque tutti 27 capi di Stato di Governo, inclusi il polacco Morawiecki e l’ungherese Viktor Orbán, hanno accettato il testo che chiarisce le modalità di applicazione della condizionalità sullo Stato di diritto. In sintesi, la condizionalità si applicherà solo a partire dal nuovo Quadro finanziario pluriennale (risorse del Recovery comprese) e non sul vecchio; la Commissione si impegna a presentare linee guida applicative non prima della sentenza della Corte di giustizia europea che seguirà un probabile ricorso di Polonia e Ungheria sul regolamento attuativo; eventuali misure sanzionatorie legate al rispetto dello stato di diritto sono congelate fino alla sentenza e, in ogni caso, verranno implementate solo in ultima istanza, qualora le altre misure previste dalle leggi Ue dovessero risultare inefficaci per tutelare le risorse dell’Unione.
“Appena raggiunto in Consiglio europeo l’accordo definitivo sul Next Generation Eu. Questo significa poter sbloccare le ingenti risorse destinate all’Italia: 209 miliardi. Approvato anche il Bilancio pluriennale. Ora avanti tutta con la fase attuativa: dobbiamo solo correre!”, scrive sui suoi social il premier, Giuseppe Conte, arrivato ieri a Bruxelles con in tasca l’appoggio del Parlamento: la risoluzione di maggioranza – che conteneva anche il via libera alla riforma del Mes, altro argomento “pesante” sul tavolo del vertice – è passata mercoledì in entrambe le aule, la fronda M5s alla fine è rientrata facendo venir meno solo una manciata di voti fra Camera e Senato.
Dribblato il Mes, rimane però lo scontro con Italia viva sulla struttura progettata dal premier per gestire le risorse del Recovery che, pur non avendo prodotto conseguenze sulla tenuta della maggioranza, rappresenterà nei prossimi giorni un grattacapo non da poco, di cui sicuramente si parlerà in maniera prioritaria nel corso del prossimo Cdm, anche perché il Piano nazionale di ripresa e resilienza a gennaio va presentato alla Commissione europea. Intanto i leader Ue hanno approvato anche le conclusioni del documento finale del Vertice sulle misure per fronteggiare la pandemia.
I 27 hanno chiesto alla Commissione europea “di presentare una proposta” su “un quadro comune per i test rapidi antigenici e per il riconoscimento reciproco dei risultati dei test”. Tale approccio coordinato andrà poi replicato “ai certificati di vaccinazione”. E ancora: “Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza dei preparativi per la diffusione e la distribuzione tempestiva dei vaccini, compreso lo sviluppo di strategie di vaccinazione nazionali, per garantire che i vaccini siano messi a disposizione delle persone nell’Ue in tempo utile e in modo coordinato”.