Sul decreto migranti e sicurezza “la compattezza c’era sull’esigenza di dare maggiore efficienza al sistema, prevedendo asilo e protezione umanitaria per chi davvero la merita, anche in chiave di sicurezza, ed è venuto fuori un testo molto equilibrato». Lo dice il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in un’intervista al Corriere della Sera.”Certe modifiche – aggiunge – appartengono alla norma e alla prassi, non significa che uno tirava da una parte e uno dall’altra. Ora abbiamo introdotto la sospensione dell’iter per l’asilo politico dopo una condanna in primo grado, cioè quando c’è un fumus abbastanza fondato di mancato rispetto delle regole. E io ho voluto evitare le espulsioni immediate e automatiche anche per una questione di certezza della pena».
Bonafede spiega che “di fronte a reati gravi abbiamo interesse a far condannare i responsabili, e questo richiede la presenza degli imputati in Italia. Come vede c’è una logica di fondo condivisa, anche frutto di mediazioni tra diverse prospettive che sono state tutte garantite. Come del resto era successo con il mio disegno di legge spazza-corrotti».
Il ministro della Giustizia precisa di aver chiarito “che non è il caso di riaprire la stagione dello scontro tra politica e giustizia, tipico della Seconda Repubblica, e non voglio ritornare sull’argomento. Il fatto rilevante è che, pur avendo Cinque Stelle e Lega storie diverse, su temi centrali siamo compatti. Comprese anticorruzione e sicurezza». (ITALPRESS)