Parole forti, quelle pronunciate dal presidente della Generalitat Carles Puigdemont nella sede del parlamento di Barcelona. “È un momento di dimensione storica eccezionale”, ha detto nel suo discorso sull’indipendenza, parole chiavi per il futuro della Catalogna. “Sì all’indipendenza”, dice il leader secessionista al termine di un discorso appassionato durato una ventina di minuti, “ma propongo di sospenderla per qualche tempo per procedere con negoziati”, senza nominare direttamente Madrid come controparte. E, secondo El Pais, il dialogo auspicato col governo centrale non inizia bene. Appena finito il discorso, il governo di Rajoy ha fatto sapere di considerare le parole di Puidgemont “una dichiarazione di secessione” e di essere già pronto a darne adeguata risposta. Un golpe annunciato, insomma. Vedremo se sarà realmente così o meno.
Il presidente catalano avvia il discorso parlando di “forte necessità di non alimentare la tensione”, riconosce che “il momento è critico e serio, ma”, insiste, “dobbiamo essere tutti qui ad assumerci le nostre responsabilità”.
“In tutti le forme possibili è stato chiesto un dialogo per un referendum come in Scozia nel 2014. La risposta di Madrid è stato un no combinato con la persecuzione della polizia, dei giudici e delle autorità spagnole contro la Catalogna, ricordando tra le altre la detenzione di 17 cariche pubbliche catalane”.
E sottolinea: “Le violenze estreme della polizia di Madrid, senza precedenti in Europa, non hanno impedito il voto. E le immagini dei feriti rimarranno per sempre. Ci sono persone preoccupate, colte dallo sgomento di ciò che è accaduto e che potrebbe accadere”.
Però resta aperto il fronte del dialogo. “Siamo e resteremo un solo popolo”, ha detto Puidgemont. “Nelle ultime ore e giorni, molte persone hanno parlato con me e dato suggerimenti, tutte idee lecite e rispettabili” ha aggiunto il presidente “ma quel che presenterò oggi non è una decisione personale, ma il risultato del primo ottobre”.