Assieme agli altri partiti di opposizione ieri avete lasciato l’Aula della commissione Bilancio del Senato, impegnata nel dare il parere sull’Autonomia differenziata, in segno di protesta per la riformulazione dell’emendamento di Fratelli d’Italia a nome De Priamo. Mariolina Castellone, vicepresidente M5S del Senato, ci spiega i motivi di questa scelta?
“Perché sono stati usati due pesi e due misure, con la precedente bocciatura in Commissione di emendamenti di opposizione simili a quelli di Fratelli d’Italia. Ma questa è solo una questione tecnica, pur grave, che copre una questione politica enorme”.
Di cosa si tratta?
“Con la prima versione dell’emendamento, FdI ha disperatamente provato a ritagliarsi in zona Cesarini l’immagine di salvatore dell’unità nazionale, prevedendo che a fronte di maggiori risorse e funzioni attribuite alle Regioni che chiedono l’autonomia, ci debbano essere anche maggiori risorse per finanziare i servizi essenziali nelle Regioni non coinvolte nel percorso, per evitare che restino ancora più indietro. Un principio condivisibile. Peccato che alla fine l’emendamento sia stato riformulato, su suggerimento del Mef, prevedendo che tutto debba avvenire in coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica e dell’equilibrio di bilancio. Sa cosa significa?”.
Dica…
“Significa che con questa sorta di clausola si certifica che non ci sarà nemmeno mezzo euro a favore dei servizi essenziali nei territori più in ritardo. L’emendamento FdI ha fatto definitivamente cadere la maschera. Un Governo dell’austerità cieca, che ha già tagliato 60 miliardi di euro alle pensioni degli italiani, ha tagliato ogni misura di investimento, ha tagliato 3,5 miliardi dal Fondo per la perequazione infrastrutturale, ha definanziato dal Pnrr progetti per 7,6 miliardi dedicati al Sud, ha prelevato soldi dal Fondo sviluppo e coesione come fosse un bancomat, ha accettato passivamente in Europa un Patto di stabilità che significherà ancora tagli; ebbene, un Governo del genere non avrà mai la volontà e la possibilità di mettere in campo risorse adeguate a garantire servizi essenziali a tutti, soprattutto alle Regioni del Sud più fragili. Il disegno di legge sull’autonomia differenziata, in conclusione, non metterà sul piatto niente per colmare i divari ma tenterà di dare un po’ più di risorse da spendere a qualche gruppo di riferimento nelle Regioni che chiedono più autonomia, con il risultato finale di rendere permanenti gli ostacoli che oggi impediscono a una parte di Paese di godere dei diritti costituzionali. Alla faccia dell’unità e della coesione”.
Perché a proposito di autonomia parlate di baratto con il premierato?
“Perché è ormai evidente a tutti che la maggioranza, addirittura spappolata su questioni dirimenti per il futuro del Paese, resta incollata a se stessa e alle proprie poltrone grazie a vili baratti giocati sulla pelle dei cittadini. In altri termini la Meloni concede l’autonomia a Salvini in cambio del premierato. Si gioca alle riforme come fossero figurine. Siamo di fronte a una svilente cultura di Governo”.
Per contrastare la riforma siete pronti al referendum?
“Metteremo in campo tutti gli strumenti utili a contrastare questo disegno spacca Italia in 20 piccole patrie. Purtroppo il fatto che si tratti di un collegato alla manovra di bilancio rende alcuni di questi strumenti inutilizzabili”.
Tra eccesso di decretazione d’urgenza, ricorsi ai voti di fiducia, strozzature del dibattito parlamentare, si può affermare che il premierato in Italia le destre lo stiano già applicando?
“Di sicuro c’è un pericoloso scivolamento, ma è chiaro che per chiudere il cerchio Governo e maggioranza vogliano una quasi totale blindatura. Anche qui ci opporremo in ogni modo”.