Castellone contro Conte: “Imprescindibili nome, simbolo e divieto del secondo mandato”

La vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone, è la prima big a schierarsi con Grillo contro Conte: "È in atto un grillicidio", accusa.

Castellone contro Conte: “Imprescindibili nome, simbolo e divieto del secondo mandato”

“Evviva il sogno! Evviva il MoVimento 5 Stelle”. Ma, soprattutto, evviva Beppe Grillo. È l’urlo lanciato oggi da Mariolina Castellone, attuale vicepresidente del Senato e già capogruppo del Movimento negli scorsi anni, in un lungo post su Fb, con il quale si è schierata a difesa del Garante del Movimento e dei “tre pilastri imprescindibili” del M5s: “la regola del secondo mandato, il nostro simbolo e il nostro nome”.

La Castellone sta con Grillo

Quella di Castellone è la prima aperta scelta di campo di una big pentastellata, che nello scontro in atto sul futuro del Movimento – Beppe Grillo e l’essenza primigenia del Movimento da una parte, la costituente di qualcosa di molto simile a un partito, fermamente ancorato al centro-sinistra, di Giuseppe Conte, dall’altra – ha scelto al tradizione.

Contro la costituente di Giuseppe Conte

“Non è accettabile che si apra una costituente per rilanciare il MoVimento 5 Stelle, e alla fine si esca come la brutta copia di un qualunque altro partito”, attacca apertamente Castellone, “Permettetemi di dire, cari attivisti, cari amici e colleghi portavoce, che dalle risposte scomposte, aggressive alla lettera di Beppe – che per me racchiudeva concetti scontati per tutti noi – ho purtroppo percepito che il vero obiettivo di questo processo che stiamo affrontando sia in realtà quello di fare definitivamente quel salto di specie, restando in ambito scientifico, che ci trasformerà in qualcos’altro, dando vita a un qualche tipo di ‘mostro”, aggiunge.

In atto un “grillicidio”

Per la vicepresidente del Senato Grillo è l’essenza del Movimento, minacciato, per la senatrice, da Conte e dagli eletti in Parlamento, in stragrande maggioranza favorevoli alla svolta. “La strategia posta in essere per questa involuzione è quella di abbattere l’ultimo argine di resistenza, che è rappresentato dal nostro Garante, e con lui da quei pochi che non si sono mai piegati al volere del capo di turno. Si sta mettendo in atto un vero e proprio ‘grillicidio’; con una violenza che mi ha profondamente turbata, sia nel metodo usato che nel merito delle questioni sollevate. La tecnica è quella ‘bullesca’ che abbiamo sempre stigmatizzato e condannato quando veniva esercitata da altri che volevano emarginare e isolare qualcuno”. Castellone chiosa: “Ritengo surreali, ingiusti e ingrati gli attacchi al nostro Garante, che invece andrebbe sempre e solo ringraziato”.

“No all’abbandono del vincolo del secondo mandato”

Per Castellone, poi, il vincolo del secondo mandato rimane un fossato invalicabile: “La nostra storia, poi, vale più di un volto noto al secondo mandato! Anzi, il solo pensare di mettere in discussione la nostra identità mutando il nostro DNA ci farà perdere altro consenso, nascondendo sotto al tappeto le reali cause del deludente risultato alle scorse europee”.

E aggiunge: “Posso solo dire che è davvero triste vedere che il superamento di questo vincolo sia diventato l’unico obiettivo per i molti (o i pochi) che ne trarranno beneficio; i quali però dimenticano, o fingono di non ricordare, che si sono candidati accettando proprio quella regola che oggi vorrebbero cancellare o modificare”.

La verità di Castellone su Grillo e il Governo Draghi

La chiusa della lettera agli attivisti è un’ultima difesa di Grillo rispetto alle accuse di aver voluto l’ingresso del Movimento Cinque Stelle nel Governo Draghi. Una ricostruzione che, per Castellone, è tutt’altro che veritiera: “la narrazione di Grillo pro Draghi non ha alcun fondamento di verità. Secondo voi chi volle la formazione di quel Governo? I parlamentari al secondo mandato che non volevano andare a casa in caso di nuove elezioni? I ministri e sottosegretari in pectore? Oppure Beppe Grillo, che era invece l’unico a non trarre alcun beneficio da quell’Esecutivo? Le dichiarazioni di Beppe a sostegno di quel progetto furono solo il suo ennesimo, generoso tentativo di esporsi ancora una volta in prima persona quando gli altri non avevano il coraggio di farlo. Il suo ulteriore sacrificio fatto per non spaccare il gruppo parlamentare, che poi comunque si spaccò con la scissione di Di Maio quando, qualche mese dopo, mettemmo in discussione il sostegno a quel Governo che stava sistematicamente distruggendo tutte le nostre riforme”.

E conclude: “a chi prova a convincerci che il sogno è morto e che è tempo di svegliarci nella realtà, gridiamo forte: evviva il sogno! Evviva il MoVimento 5 Stelle”.