“Serena Bortone doveva essere licenziata per quello che ha fatto e non è stata licenziata. Non è stata punita. L’11 di questo mese rappresenterà le sue tesi e valuteremo, ma certamente a nessun dipendente di nessuna azienda sarebbe consentito di dire cose contro l’azienda in cui lavora. Lei questo ha fatto e non è stata punita”. Lo ha detto l’amministratore delegato Rai, Roberto Sergio, alla Festa dell’Innovazione del Foglio a Venezia, riferendosi alle polemiche sul caso Scurati.
“Io ho mandato un whatsapp a Bortone con il quale la invitavo a mandare in onda il monologo di Scurati. Che poi dovesse andare gratuitamente o meno, questa è solo una delle infinite scelte che si prendono. Nessuno avrebbe impedito quel monologo. Lui non è venuto perché non veniva pagato. Ne era consapevole Bortone e anche la redazione”. Sergio ha poi negato che per punizione siano state ridotte le puntate del programma di Bortone: “I palinsesti per la prossima stagione saranno presentati ai vertici venerdì della prossima settimana. Nessuno dei vertici è a conoscenza dei palinsesti. Quindi è una notizia che non esiste in questo momento”.
Poi, per non farsi mancare nulla, ha affrontato il tema del futuro rinnovo dei vertici di Viale Mazzini. “Un anno fa mi è stato chiesto di completare il mandato di tre anni con l’uscita di Fuortes. Io ho accettato ed ho nominato come dg Giampaolo Rossi, che stimavo e continuo a stimare. Ora lui sarà il prossimo amministratore delegato e io sarò il prossimo dg. Non c’è nessun problema”.
Caso Scurati, l’ad della Rai Sergio si scaglia contro la Bortone: “Doveva essere licenziata”
Dichiarazioni che sono immediatamente diventate virali, scatenando la reazione del Partito democratico. “Le frasi dell’ad della Rai Roberto Sergio contro la giornalista Serena Bortone sono semplicemente vergognose. È l’arroganza di un potere che è diventato censura e intimidazione”. Questo quanto afferma il senatore del Pd e membro della Commissione di Vigilanza Rai, Francesco Verducci.
“Di Roberto Sergio peraltro ricordiamo perfettamente le uscite social contro l’azienda Rai (ai tempi di un Sanremo) e in altro contesto contro il suo collega direttore Andrea Vianello. Quindi evidentemente per lui vale tutto. Altri invece vanno licenziati”. “In realtà è evidente il tentativo di Sergio di coprire la censura contro Scurati. Nessuno ha ancora dato una risposta valida sul perché il contratto di Scurati venne annullato una volta che i vertici vennero a conoscenza dei contenuti del monologo. Ed è chiaro il tentativo di Sergio di preparare il terreno all’epurazione di Serena Bortone, rea di autonomia e pluralismo. Sergio attacca una giornalista che ha agito nell’interesse della credibilità e dell’autonomia del servizio pubblico, prerogative che a Sergio evidentemente danno fastidio”.