Caso Paragon, la ong Mediterranea rivela che lo spionaggio nei confronti dei suoi attivisti e di molti giornalisti è iniziato già nel 2024

Caso Paragon, la ong Mediterranea rivela che lo spionaggio nei confronti dei suoi attivisti e di molti giornalisti è iniziato già nel 2024

Caso Paragon, la ong Mediterranea rivela che lo spionaggio nei confronti dei suoi attivisti e di molti giornalisti è iniziato già nel 2024

L’attivita’ di spionaggio nei confronti di attivisti di Mediterranea saving humans e di giornalisti avrebbe avuto inizio già da febbraio 2024. Lo rende noto la stessa ong che ha deciso di pubblicare tutte le informazioni, arrivate al team di esperti che sta conducendo una indagine su quanto accaduto in collaborazione con CitizenLab Toronto.

“Il governo italiano – afferma Mediterranea – ha opposto il segreto di stato alle legittime domande che il Parlamento in primis, ma anche tutti noi e l’opinione pubblica, rivolge per sapere chi ha autorizzato una simile attività lesiva dei diritti e delle libertà costituzionali, e in violazione alle Convenzioni internazionali, spiando giornalisti, attivisti, rifugiati e soprattutto con quali motivazioni. Noi contrapponiamo ai segreti di stato, la condivisione e la trasparenza. Come per il caso Almasri, che ha dimostrato di che natura sono i rapporti con la Libia e che costi di vite umane di persone innocenti abbiano, anche in questo caso la verità vincerà sull’omertà e sulle bugie. È solo l’inizio”.

Caso Paragon, la ong Mediterranea rivela che lo spionaggio nei confronti dei suoi attivisti e di molti giornalisti è iniziato già nel 2024

“L’analisi del telefono in uso a Luca Casarini, cittadino italiano, fondatore e capomissione di Mediterranea Saving Humans – viene sottolineato – ha rilevato che nel mese di Febbraio 2024, quindi molti mesi prima dell’individuazione del warm Graphite, una entità non ancora identificata, ha operato un attacco software di tipo “sofisticato”, con tentativo di forzatura degli account di Luca Casarini, e del quale la società Meta ha dato rilievo”.

Il report di Mediterranea rileva che “l’attacco individuato e sul quale si stanno operando le analisi qualitative ai fini identificativi della sorgente (tracciamento) è stato operato verosimilmente seguendo una precisa metodologia, un protocollo per la costruzione di quella che viene classicamente definita “catena di sorveglianza”, che ha come esito finale il passaggio da uno “spyware” al più sofisticato strumento militare “Graphite””. “L’analisi dell’attacco informatico di spionaggio del febbraio 2024, patito da Luca Casarini, può rivelare dettagli molto interessanti sulla sorgente, arrivando fino all’individuazione della società privata alla quale questo tipo di operazione è stata affidata. E dunque, anche all’eventuale committente”, si legge nel report.