Una assoluzione e quattro prescrizioni. Si è concluso così, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Appello di Roma, il processo nei confronti di cinque medici dell’ospedale Sandro Pertini coinvolti a vario titolo nella tragica morte di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato nell’ottobre 2009 per droga e deceduto dopo una settimana di agonia nel Reparto detenuti del noto ospedale della Capitale.
L’assoluzione, per non aver commesso il fatto, riguarda la dottoressa Stefania Corbi. A tutti e cinque gli indagati veniva contestato, dall’accusa, il reato di omicidio colposo. Nei confronti dei dottori, com’è facile immaginare, il procedimento non è stato né semplice né lineare. Tutti loro erano stati portati a processo per abbandono d’incapace (nello stesso processo c’erano imputati anche tre infermieri e tre agenti della Polizia penitenziaria, assolti in via definitiva). Ma nel 2013 venivano condannati per omicidio colposo per poi esser assolti in appello.
Ma la Cassazione decise di rimandare indietro il procedimento che, davanti ad una nuova composizione del collegio giudicante, terminava ancora una volta con l’assoluzione dei cinque imputati. Tuttavia anche quest’ultima decisione veniva rigettata dalla Suprema Corte che dispose l’ennesimo procedimento, ossia quello che si è concluso ieri con l’assoluzione di un imputato e 4 prescrizioni.