Secondo i periti Stefano Cucchi potrebbe essere deceduto perché colto da “morte improvvisa e inaspettata per epilessia” sopraggiunta “in un uomo con patologia epilettica di durata pluriennale, in trattamento con farmaci anti-epilettici”. Il geometra romano è deceduto nell’ottobre del 2009 nel reparto di medicina protetta dell’ospedale Sandro Pertini a una settimana dal suo arresto. I periti affermano che la sua morte potrebbe essere in qualche modo collegata anche con la “tossicodipendenza di vecchia data” che “può aver svolto un ruolo causale favorente per e interferenze con gli stessi farmaci antiepilettici, alterandone l’efficacia e abbassando la soglia epilettogena”. Le nuove rivelazioni arrivano dai periti incaricati dal gip di Roma di effettuare gli accertamenti del caso, nell’ambito dell’inchiesta bis della procura di Roma, per stabilire la natura e l’entità delle lesioni riportate dal ragazzo. La perizia non fornisce però alcuna certezza visto che è scritto che “gli elementi emersi non consentono di formulare certezze sulla causa di morte” e insieme all’ipotesi dell’epilessia c’è anche quella, ritenuta possibile ma meno probabile, “correlata con la recente frattura traumatica di S4 associata a lesione delle radici posteriori del nervo sacrale”.
PARLA ILARIA – “Con una perizia così ora sappiamo che finalmente abbiamo ottime possibilità di vedere processati gli indagati per omicidio preterintenzionale. Con buona pace dei medici e degli infermieri che vengono continuamente assolti”, scrive su Facebook Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano. “Non è il giurista Introna a definire il nesso causale ma saranno i magistrati della procura ed i giudici. E’ evidente che se Stefano fosse morto di epilessia, come ipotizzato nella perizia, secondo quanto dicono gli stessi periti ciò sarebbe stato possibile in funzione delle condizioni fortemente debilitate dalla sua magrezza e dalle lesioni subite nel pestaggio. Gli unici dati oggettivi scientifici che la perizia riconosce sono: il riconoscimento della duplice frattura della colonna e del globo vescicale che ha fermato il cuore”. Di diverso avviso il legale dell’avvocato Eugenio Pini che assiste uno dei carabinieri indagati: “Premesso l’estraneità del mio assistito e degli altri appartenenti all’Arma alle lesioni che Stefano Cucchi aveva e delle quali si ignorano le cause, quanto da me sostenuto in sede di incidente probatorio è stato confortato e confermato dalla perizia disposta dal gip. L’effetto immediato è che chiederemo all’ufficio del pubblico ministero l’archiviazione del procedimento nei riguardi dei carabinieri”.