Altri sei mesi per indagare. E possibilmente in modo rigoroso. La speranza, mai sopita, di arrivare alla verità sull’omicidio della giornalista del Tg3, Ilaria Alpi e del suo operatore, Miran Hrovatin, avvenuto in Somalia nel marzo del 1994, è legata agli esiti delle nuove indagini che il gip del Tribunale di Roma, Andrea Fanelli, ha disposto oggi rigettando la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Elisabetta Ceniccola, relativamente all’ultima inchiesta ancora aperta a Piazzale Clodio. Quella avanzata dal pm era la seconda richiesta di archiviazione, dopo che nel giugno del 2018 il gip, accogliendo una istanza presentata dai legali della famiglia Alpi, aveva disposto ulteriori accertamenti dai quali però, a detta dello stesso magistrato, non erano emersi nuovi elementi da approfondire o comunque utili ad avvicinarsi alla soluzione del caso.
La nuova pista battuta dagli inquirenti, negli ultimi due anni, riguardava, in particolare, la trascrizione di un’intercettazione telefonica tra due cittadini somali, disposta nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Firenze, in cui si faceva chiaro riferimento all’omicidio Alpi-Hrovatin. Nella telefonata Mohamed Geddi Bashir affermava, infatti, di aver saputo che Hashi Omar Hassan – il suo connazionale inizialmente condannato a 26 anni per il duplice omicidio e poi assolto nel processo di revisione – era stato ingiustamente coinvolto e che ad uccidere la giornalista erano stati i “militari italiani”.
Il gip Fanelli, concedendo ulteriori 180 giorni di accertamenti, ha disposto che venga ascoltato l’attuale direttore dell’Aisi, Mario Parente, per verificare la “persistenza del segreto” sull’identità di un informatore del Servizio segreto interno, che riferì informazioni sul caso Alpi e al quale si fa riferimento in un appunto dell’allora Sisde, classificato e datato 1997. Il giudice, inoltre, ha chiesto alla Procura di compiere accertamenti in relazione al ritardo con cui è stata trasmessa nell’aprile dello scorso anno, da Firenze a Roma, la trascrizione dell’intercettazione tra i due somali. Il gip ha disposto anche di acquisire il fascicolo relativo all’omicidio del giornalista siciliano Mauro Rostagno, ucciso a Trapani nel 1988. Da anni, infatti, in molti sostengono che tra la morte di Rostagno e quella della Alpi ci siano dei legami rafforzati dal fatto che entrambi indagavano sui traffici di armi e rifiuti verso il Nord Africa.
Contro l’archiviazione si erano fermamente opposti i familiari dell’inviata della Rai, oltre alla Fnsi, all’Usigrai e all’Ordine dei giornalisti, rappresentati dall’avvocato Giulio Vasaturo. “In questo giorno – ha commentato lo stesso legale – il mio pensiero, carico di commozione, va a Giorgio e Luciana Alpi. La Fnsi e tutti gli organismi rappresentativi della stampa italiana continueranno nel loro nome nella ricerca della giustizia e della verità”.