Caso Almasri, da Piantedosi nessuna risposta: il rimpatrio del generale libico resta un mistero

Piantedosi non chiarisce le motivazioni del rilascio del generale libico Almasri, spiegando che è stato rimpatriato perché "pericoloso".

Caso Almasri, da Piantedosi nessuna risposta: il rimpatrio del generale libico resta un mistero

Nessun chiarimento. Il rilascio e il rimpatrio del generale libico Najeem Osema Almasri Habis resta un mistero. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha risposto al question time al Senato limitandosi a spiegare che il rimpatrio è avvenuto “per urgenti ragioni di sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”. Ma perché un uomo su cui pende il mandato d’arresto della Corte penale internazionale sia stato rilasciato resta un mistero.

Da Piantedosi nessuna risposta sul caso Almasri

Piantedosi, infatti, si limita a rimandare tutto ai prossimi giorni: “Il governo ha dato la disponibilità a rendere un’informativa di maggior dettaglio” la prossima settimana. E intanto nulla si può sapere su una decisione che appare quantomeno irrituale. Solo la prossima settimana, quindi, si potrà “approfondire e riferire su tutti i passaggi della vicenda”. Una risposta che lascia “esterrefatto” il senatore di Avs, Peppe De Cristofaro, che ha presentato l’interrogazione e che sottolinea come l’Italia “fa finta di non ascoltare” quanto previsto dallo Statuto della Cpi. De Cristofaro accusa il governo di aver preso una scelta “politica” perché “l’autorità libica è complice del governo italiano”.

Intanto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, mette in dubbio il ruolo della Corte internazionale, sostenendo che “L’Aja non è il verbo, non è la bocca della verità”. Parole ritenute gravi dall’opposizione che, con la segretaria del Pd, Elly Schlein, chiede alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di rispondere su un caso che riguarda anche Palazzo Chigi: “La smetta di nascondersi dietro ai suoi ministri e si prenda la responsabilità”.