Mentre la Lega si incarta in polemiche tortuose e inconcludenti sulla riforma del Catasto, il M5S si batte per le sue misure bandiera. Come il Cashback di Giuseppe Conte e il Superbonus 110%. E, numeri alla mano, prende carta e penna per rispondere ai rilievi sui due strumenti sollevati dal ministro dell’Economia. Daniele Franco ha detto che il cashback è stato uno strumento utile ma che non lo vede come “una misura strutturale” (leggi l’articolo).
La misura, ricordiamo, è stata sospesa dal governo attuale per il secondo semestre dell’anno. Il cashbak “ha contribuito in modo netto alla crescita dei pagamenti elettronici e alla digitalizzazione della Pubblica amministrazione”. Se è vero, come dice il ministro Franco, che la misura non può durare all’infinito, è vero anche che “per consolidare le nuove abitudini di pagamento, serve tempo, e dunque c’è bisogno di un incentivo stabile sul medio periodo”, dichiarano i deputati M5S Vita Martinciglio e Giovanni Currò.
“Ci chiediamo – proseguono – perché questo incentivo non possa continuare a essere il cashback di Stato, dati gli ottimi risultati raggiunti”. E che il cashback abbia provocato un’impennata dei pagamenti digitali in Italia, costituendo un argine all’evasione e una spinta ai consumi, è quanto hanno rilevato diversi report. L’ultimo in ordine di tempo risale a ieri. Secondo i risultati dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano i pagamenti digitali nei primi sei mesi del 2021 sono aumentati del 23%, raggiungendo i 145,6 miliardi.
Numeri che, secondo il direttore dell’Osservatorio, Valeria Portale, mostrano come “gli incentivi promossi dal Governo abbiano avuto un effetto positivo sui pagamenti digitali, stimolando anche i consumi” con l’asupicio che possano essere ripristinati al più presto. Il Superbonus, ha detto Franco, è stato molto importante ma è uno strumento costoso, “non sostenibile alla lunga”. I benefici superano di gran lunga i costi, replicano i deputati pentastellati Riccardo Fraccaro, Luca Sut e Patrizia Terzoni.
“Ovviamente – argomentano gli esponenti M5S – il Superbonus 110% ha un costo per le casse dello Stato ma i benefici e le ricadute sul ciclo economico e sull’occupazione sono davvero evidenti e certificati da tutte le statistiche. In aggiunta è molto importante quanto riportato dall’Executive Summary realizzato da Open Economics e Luiss Business School.
L’analisi stima come nel triennio 2020-2022 si registrerà, a fronte di un aumento della spesa per edilizia abitativa di 8,75 miliardi di euro, un incremento del valore aggiunto complessivo di 16,64 miliardi e un ulteriore aumento di 13,71 miliardi negli 8 anni successivi, con un impatto netto attualizzato sul disavanzo pubblico di -811 milioni di euro’’.
E non è finita. Un altro aspetto importante è il contributo del Superbonus 110% alla riduzione delle bollette, non solo migliorando le prestazioni energetiche delle abitazioni ma anche con l’aumento della produzione da rinnovabili.