E meno male che il suo primo atto da presidente del Senato era stato rinunciare al volo di Stato: “Un gesto naturale perché ai rappresentanti della politica e delle istituzioni è chiesto di far proprio un concetto di sobrietà per l’utilizzo delle risorse”, aveva cinguettato in un’intervista al Corriere della Sera. Bravissima.
Ma poco coerente: lunedì 3 maggio Maria Elisabetta Alberti Casellati ha infatti puntualmente chiesto, e ottenuto, il 128° volo di Stato in meno di un anno. Il solito Falcon 900EX-Easy, matricola MM62244, con cui il 31° Stormo dell’Aeronautica militare l’ha già scarrozzata in lungo e in largo per l’Italia, comprese le vacanze in Sardegna, è partito da Ciampino, vuoto, alle 16.02, è atterrato a Venezia alle 16.52 ed è ripartito alle 18.16 con l’illustre passeggera a bordo. Quaranta minuti dopo rullava già sulla pista romana, dove come al solito era in attesa l’auto blindata della signora.
Le polemiche non la fermano: altro volo di Stato per la Casellati
È un tragitto che la Casellati compie ormai tutte le settimane: da Venezia a Roma il lunedì pomeriggio e viceversa il venerdì mattina, meglio di un taxi. Solo negli ultimi tre mesi, il 31° Stormo è stato impegnato sulla stessa rotta per ben 36 volte, con due sole eccezioni: un viaggio verso Linate il 19 marzo e uno sabato scorso, il 1° maggio, quando lady Elizabeth ha assistito all’intitolazione all’ex senatrice Rita Levi Montalcini di una strada nell’area ex EXPO 2015. E lì, incalzata dai giornalisti bramosi di spiegazioni, si è sfogata in un fuorionda con il sindaco Beppe Sala: “Nel 2018, zero voli. 2019, zero voli. Tutto per arrivare a lavorare. Non c’erano treni, non c’erano aerei, questo nessuno lo dice”.
Tutta colpa del Covid?
Fino a un certo punto. Trascorso il lockdown a Roma, a Palazzo Giustiniani, nell’appartamento di alta rappresentanza che il Senato le ha messo a disposizione a pochi metri da Palazzo Madama, la Casellati ha iniziato a usufruire regolarmente dell’aereo militare a partire da maggio, quando già si stavano allentando le misure di contenimento disposte da Giuseppe Conte. Non ha smesso neanche in agosto, quando la sigla IAM9003 si è segnalata per ben sei voli tra Ciampino, Cagliari e Alghero, dove l’aspettava una vacanzella nella foresteria dell’Aeronautica. Anche adesso che treni e aerei viaggiano regolarmente, l’uso intensivo del Falcon di Stato – per “paura del Covid” come ha spiegato a Repubblica lo staff della signora – non accenna a diminuire. Peccato che per ogni suo viaggio il Falcon ne compia quasi sempre un altro, vuoto, all’andata o al ritorno.
Paga Pantalone
Alessandro Di Battista, indignato, ha fatto una stima di almeno 750 mila euro pagati dai contribuenti, il verde Angelo Bonelli di almeno un milione. Sui social, con l’hashtag #CasellatiDIMETTITI, si è scatenato il finimondo. Perfino l’ex mani-di-forbice Carlo Cottarelli è intervenuto con la bacchetta: “Le cariche istituzionali dovrebbero esercitare le loro funzioni con sobrietà, specialmente in periodi di crisi”. A difenderla a spada tratta, finora, si è levata solo la voce di Fratelli d’Italia (“Il resto della compagnia – a destra – pare non se ne sia accorta” ha ammesso Francesco Storace). In prima fila Guido Crosetto. La sua tesi? “C’è stato il colpo di pistola che ha ufficialmente fatto partire la corsa per il Quirinale. Lo ha sparato, a freddo, Repubblica, contro la Casellati. I voli di Stato. D’altro canto è la seconda carica dello Stato ed è donna, doveva aspettarselo”. E forse fare a meno di prenotare il volo numero 128.