Casapound, la sede storica che da anni risulta occupata non sarà sgomberata. Ormai sono 19 anni e l’ultima proposta dei Verdi in Parlamento è stata bocciata dal governo Meloni. Dunque, l’ennesima richiesta dello sgombero non ci sarà.
Casapound, non ci sarà lo sgombero del palazzo occupato da anni a Roma
La sede storica di Casapound in via Napoleone III a Roma non sarà sgomberata. Il governo Meloni ha deciso sulla proposta che avevano portato i Verdi in Parlamento. Sono 19 anni che la struttura è occupata e nonostante il dibattito politico non si riesce a restituire l’immobile alla cittadinanza. L’ultima a provarci è stata Virginia Raggi quando era al comando del Campidoglio. “Voglio restituire gli spazi di via Napoleone III – aveva dichiarato la Raggi – a chi ha davvero bisogno di un tetto. Ai veri eroi che sono in attesa di una casa popolare, a chi rispetta la legge e aspetta da anni”. “Dopo lo sgombero – aveva spiegato ancora Raggi -, mi piacerebbe poter rimettere in sesto e riutilizzare gli stabili dell’Aeronautica militare per aiutare chi ha bisogno”. L’edificio dallo scorso aprile è inserito, dal allora prefetto Matteo Piantedosi, tra i siti destinati allo sgombero. Così ecco la richiesta dei Verdi di “dare rapida attuazione a quel provvedimento”.
Bocciata la proposta dei Verdi
Il leader di EuropaVerde Angelo Bonelli aveva chiesto “di dare rapida attuazione allo sgombero dell’immobile di proprietà del demanio in via Napoleone III a Roma occupato da anni da CasaPound”. Tuttavia, la proposta è stata bocciata dal governo Meloni e dunque non ci sarà lo sgombero dell’appartamento.
Lo sgombero è stato, ancora una volta chiesto, perché aveva spiegato Tobia Zevi , l’assessore capitolino al patrimonio, “all’interno dell’immobile occupato dal movimento CasaPound, sono state organizzate riunioni e manifestazioni di estrema destra, con la presenza di noti estremisti, nel corso delle quali più volte è stata violata la legge Mancino contro l’istigazione all’odio razziale e sono stati propagandati messaggi di inaccettabile intolleranza nella nostra città non c’è posto per tutto questo”.
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