Casalesi, dopo 23 anni esce di carcere e prova a riorganizzare il clan: arrestato un uomo e altri 13 complici

Casalesi, dopo 23 anni esce di carcere e prova a riorganizzare il clan: arrestato un uomo e altri 13 complici

Casalesi, dopo 23 anni esce di carcere e prova a riorganizzare il clan: arrestato un uomo e altri 13 complici

Dopo 23 anni di carcere, una volta uscita dalla cella, ha tentato di riorganizzare il clan dei Casalesi e di imporre nuovamente il controllo criminale sul territorio con estorsioni e minacce. È quanto emerso dalle indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Caserta e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che hanno portato all’arresto 14 persone (nove finite in carcere e cinque ai domiciliari).

I destinatari dell’ordinanza cautelare emessa dal gip del tribunale partenopeo sono indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, incendio, detenzione di armi e ricettazione.

Casalesi, dopo 23 anni esce di carcere e prova a riorganizzare il clan: arrestato un uomo e altri 13 complici

Le indagini, avviate a settembre 2022 e concluse a fine giugno 2023, hanno permesso di documentare le attività che hanno coinvolto affiliati al clan camorristico dei Casalesi, attualmente attivi nei territori di Grazzanise, Santa Maria la Fossa, Vitulazio, Capua, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere, Casal di Principe e nei comuni limitrofi.

Tra i destinatari del provvedimento spicca uno storico appartenente al gruppo Schiavone che, scarcerato a luglio 2022 dopo un lungo e ininterrotto periodo di detenzione iniziato nel marzo del 1999, nonostante fosse sottoposto prima alla libertà vigilata e poi alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, si è da subito adoperato per riorganizzare il gruppo criminale e affermare il proprio controllo del territorio. Avvalendosi di persone di fiducia, tra cui anche parenti, l’uomo ha perpetrato estorsioni a imprenditori e una tentata estorsione a una giovane coppia per costringerli a liberare l’appartamento in cui erano in affitto, attraverso minacce e violenze culminate nell’incendio della loro auto.

Le investigazioni hanno, inoltre, fatto luce su come il gruppo criminale tentasse di accaparrarsi la gestione di attività commerciali attraverso le quali reimpiegare proventi illeciti, e aveva ottenuto una tangente sulla compravendita di un capannone commerciale del valore di oltre 1 milione di euro. E’ stata anche accertata la ricettazione di mezzi d’opera e materiali da cantiere. Nel corso delle indagini sono stati restituiti ai legittimi proprietari diversi autocarri e mezzi agricoli trovati dai militari subito dopo i furti, dal valore stimato complessivamente in circa 40mila euro. Il gruppo criminale aveva, inoltre, disponibilità di armi.