Da una parte Davide Casaleggio, dall’altra Giuseppe Conte. Com’era inevitabile alla fine la resa dei conti è arrivata ma l’ultimatum ha avuto certamente un effetto meno roboante rispetto a quello che forse si aspettavano da Rousseau. Eppure la notizia non è proprio così secondaria: la piattaforma web di democrazia diretta, creatura di Gianroberto Casaleggio ed ereditata dal figlio, ha chiesto al Movimento di pagare, entro due settimane, i debiti sulle mancate quote versate dai parlamentari all’associazione.
Casaleggio allo scontro finale. Ma Conte lo snobba e pensa al futuro
Un buco da 450mila euro, senza contare quelli dei fuoriusciti cinque stelle. Lo strappo, a lungo rinviato, è piombato ieri direttamente sul blog delle Stelle ed è inequivocabile quanto il titolo del post pubblicato: “È tempo di decisioni”. Basta “ambiguità e mancate scelte”, avverte Casaleggio. Altrimenti sarà divorzio. In altre parole: battaglia legale come sia i “casaleggiani” quanto i pentastellati hanno di fatto già postulato.
Il punto, però, è che la nuova sortita rousseauiana pare non aver avuto l’effetto sperato. “In questo periodo – spiega un autorevole fonte pentastellata – non si capisce il senso di quest’ennesima uscita. In un periodo peraltro complicato per tutto il Paese”. E non è un caso che anche i commenti degli onorevoli pentastellati sono stati praticamente inesistenti. Nessuno ha commentato non tanto per un ordine imposto dall’alto quanto perché il sentore diffuso tanto a Montecitorio quanto a Palazzo Madama, è che la sortita ha l’unico obiettivo di contrastare l’evoluzione del nuovo Movimento cinque stelle targato Giuseppe Conte
“La sensazione – spiega un altro parlamentare grillino – è che da Rousseau si voglia dire: noi siamo puri e fedeli ai princìpi, voi non più. A parte la narrazione opinabile, in questo periodo le beghe interne è un privilegio inutile e che non possiamo permetterci”. Quel che sembra, dunque, è che l’ultimatum abbia avuto un effetto boomerang, almeno tra eletti e attivisti pentastellati. E neanche Conte pare essere stato scalfito dall’ultimatum.
La rifondazione del Movimento
L’ex presidente del Consiglio, anzi, è intenzionato ad accelerare la rifondazione del Movimento. Nel week-end non a caso Conte dovrebbe incontrare i vertici dei gruppi parlamentari e di tutto il Movimento, ulteriore tassello nella strada di un nuovo soggetto politico a questo punto completamente autonomo da Rousseau. Dopo l’apertura qualche settimana fa di un conto bancario (che rivela la volontà di un’autonomia economica del Movimento da Rousseau), i prossimi obiettivi potrebbero essere la creazione – per la prima volta nella pur breve storia dei pentastellati – di una sede fisica nazionale, ulteriore passo nell’evoluzione verso la “forma – partito” di un Movimento che comunque, assicurano i parlamentari, resterà legato ai suoi princìpi fondanti.
Semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, dunque, la sortita di ieri dimostra come le strade tra Rousseau e Movimento siano ormai definitivamente divise. E sebbene tra i parlamentari si continui a ripetere che si spera non si arriverà a uno scontro legale, che quello sia lo sbocco oggi appare inevitabile. “Sembra che in realtà Rousseau voglia solo fare cassa…”, mormora malignamente qualcuno. Resta, poi, la partita della banca dati degli iscritti, altro capitolo delicato e molto importante. Perché, a seconda di chi parla, le versioni sono opposte sulla paternità dei dati sensibili e delle mail. E chissà che anche questo capitolo non finisca alla fine in tribunale.