Ci vuole un “physique du role” per essere Franco Carraro. Soprannominato “poltronissimo” è riuscito, a 73 anni, a sedere sull’ennesima poltrona, quella di senatore della Repubblica, in quota Pdl. Da campione dello sci nautico a commissario straordinario della Federazione italiana sport invernali. La sua è stata una carriera in discesa. Un graduale scivolare da un incarico all’altro. Sempre ai vertici dello sport italiano, come dirigente della Lega Calcio, della Federazione italiana gioco calcio, del Coni e della Uefa. Con discusse commistioni nel mondo bancario e nella politica, prima come ministro poi come sindaco di Roma.
Lo sport
Nel 1958 il giovane 19enne Carraro vince il titolo europeo di sci nautico, per poi replicare il successo nei due anni successivi. Come premio nel ’62, all’età di 23 anni, diventa presidente della Federazione italiana sci nautico, carica che manterrà fino al ’76, per la bellezza di 14 anni. Contemporaneamente riesce a diversificare gli interessi sportivi, passando dalla passione per lo sci su acqua al calcio. Alla morte del padre Luigi, nel 1967, prende il suo posto di presidente del Milan fino al ’71. In quello stesso anno entra alla Figc, come responsabile per i rapporti con il sindacato dei calciatori, e dopo 35 anni, l’8 maggio 2006, ne esce dimettendosi da presidente in seguito allo scandalo “Calciopoli”. Carraro, infatti, viene intercettato mentre parla con il designatore arbitrale Paolo Bergamo e sembra pregarlo di favorire la Lazio. Squalificato per 4 anni e 6 mesi in primo grado dalla Corte di giustizia federale, viene multato per 80 mila euro con sentenza della Corte federale (diffida cancellata in sede di arbitrato) e prosciolto a livello penale nel 2009 dall’accusa di frode sportiva. Fa discutere anche la sua permanenza al consiglio esecutivo della Uefa, dal 2004 al 2009. Un ruolo strategico per l’assegnazione dell’Europeo 2012 all’Italia, che invece va alla Polonia e l’Ucraina.
Sulla poltrona di presidente del Coni resta seduto dal ’78 all’’87. Mentre dal lontano 1982 ad oggi è membro del Comitato olimpico internazionale. Ovviamente il suo nome non è mancato nemmeno nel Comitato promotore per le Olimpiadi di Roma 2020.
Le banche
La carriera sportiva di Franco Carraro si incrocia “pericolosamente” con il mondo del credito, attirandosi le critiche per un possibile conflitto di interesse. Negli anni ’90 il salotto della moglie Sandra Alecce, figlia del proprietario dell’Industria farmaceutica italiana, è frequentato da due “Cesari”: Romiti, che nominò Carraro presidente della società di costruzioni Impregilo (dal ’94 al ’99), e il banchiere Geronzi, che lo portò ai vertici di MedioCredito. La merchant bank della ex Banca di Roma, società del gruppo Capitalia, era infatti tra i maggiori azionisti di diverse società di serie A e B, tra cui Roma, Lazio, Napoli, Parma e Perugia. Alla presidenza di MedioCredito centrale è rimasto dal 2000 al 2011, anno in cui Poste Italiane Spa acquistano le quote di Unicredit, la denominazione sociale diventa Banca del Mezzogiorno-Mcc e il consiglio di amministrazione si rinnova. Naturalmente Carraro resta all’interno del cda e ne è tuttora membro.
La politica
Il suo percorso in politica, invece, inizia nel 1987 con la nomina a ministro per il Turismo, lo Sport e lo Spettacolo, sotto i governi Goria, De Mita e Andreotti (sesto). Nell’‘89 passa dal Ministero al Campidoglio. Il segretario del Psi Bettino Craxi e quello della Dc Arnaldo Forlani strinsero un accordo (il cosiddetto “patto del camper”) che prevedeva che il sindaco di Roma fosse un socialista. E quel socialista fu appunto Carraro. L’incarico venne doppiato e poi triplicato. La seconda giunta fu sconvolta dalle incriminazioni dei suoi assessori, mentre la terza nel 1993 durò solo 24 ore a causa delle dimissioni della quasi totalità dei consiglieri comunali. A distanza di 20 anni, la sua candidatura nella lista Pdl al Senato ha lasciato i più perplessi. Soprattutto sulla scelta dell’Emilia Romagna, per lui padovano di nascita e romano di adozione.
Le proprietà
Carraro riesce ad essere presidente anche dei consigli di amministrazione di diverse società in Sardegna: Smeralda Holding, Land Holding, Shardana e Smeralda Holding. Tutte con sede ad Arzachena, in località Porto Cervo. Alcune registrano bilanci in rosso, ma spiccano i 59 milioni di euro di fatturato della Smeralda srl proprietaria di alberghi e strutture residenziali nel salotto più ricco e prestigioso della Sardegna. Anche qui si intreccia il suo profilo da banchiere con gli interessi immobiliari.
E Roma non è da meno. Carraro infatti ha una partecipazione di circa 10 milioni nell’Autosalone Astoria, in via Barberini, nel pieno centro della Capitale.