In amore vince chi fugge, e nelle campagna elettorali si fugge per vincere. Almeno dai confronti televisivi. Matteo Renzi, infatti, non è intenzionato a scontrarsi con gli avversari alle primarie del Pd: ha concesso giusto un duello, su Sky. Poi, basta. Niente Rai, né Mediaset, nonostante le richieste di molti programmi di approfondimento: vuole arrivare al 30 aprile senza troppi grattacapi, perché i sondaggi lo danno nettamente in vantaggio e dopo il risultato nei circoli preferisce evitare possibili incidenti di percorso.
Per questo il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha preso carta e penna, inviando una lettera all’ex presidente del Consiglio. Il contenuto? La richiesta di almeno due duelli in tv, magari uno sui canali Rai per raggiungere un’audience diversa e più ampia. “Ti chiedo formalmente di accettare non solo il confronto TV che ci è stato proposto da Sky, ma anche di tenerne uno sulle reti del servizio pubblico. La Rai ci ha già invitato a due dibattiti, nelle trasmissioni Cartabianca e In mezz’ora, ma sono saltati perché tu non hai accettato”, ha scritto il Guardasigilli, che deve recuperare un gap pesante.
Orlando ha quindi rilanciato la necessità di stimolare la partecipazione: una bassa affluenza, al di sotto del milione e mezzo di elettori, sarebbe interpretato come un flop. Anche perché ai seggi delle primarie potranno votare anche i 16enni: la platea è perciò più ampia rispetto a quella delle elezioni vere e proprie. “Il confronto è lo strumento giusto perché il nostro congresso diventi un momento di vera partecipazione sociale e non solo un altro evento dedicato agli addetti ai lavori. Non è il momento di chiuderci”, ha annotato il ministro della Giustizia. Prima di concludere: “Oggi più che mai abbiamo bisogno di aprirci alla società italiana. Non dobbiamo aver paura di farlo. Solo se saremo capaci di entusiasmare tanta gente, se tanti uomini e donne decideranno di venire ad incontrarci nelle piazze italiane, potremo dire di aver vinto tutti”.
Tuttavia, i segnali dall’entourage renziano sono chiari: l’ex premier è disposto ad accettare giusto un confronto, quello su Sky, con modalità asettiche e quindi più innocue possibili. A dieci giorni dal voto l’ordine di scuderia è categorico: bisogna evitare di creare tensioni. Anche al prezzo di una partecipazione inferiore rispetto agli anni scorsi.