Il Governo di Mario Draghi prova ad accelerare sulle prossime misure che dovrebbero alleggerire la zavorra del caro-bollette che grava su famiglie e imprese. E l’obiettivo ora è quello di portare i nuovi interventi in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Si parla di giovedì.
Il Governo prova ad accelerare sulle prossime misure che dovrebbero alleggerire la zavorra del caro-bollette
Il pressing delle imprese e delle famiglie è altissimo. Le bollette per l’energia sono raddoppiate o, nella maggior parte dei casi, triplicate. E i disoccupati napoletani non potendole pagare hanno deciso di bruciarle. E così hanno allestito due grossi bracieri dove hanno messo le copie delle fatture per i consumi di corrente e gas. La manifestazione si è tenuta in piazza Matteotti, a Napoli, dinanzi all’ingresso dell’ufficio postale centrale dove proprio in questi giorni avrebbero dovuto provvedere ai pagamenti.
Ma i Migliori hanno avuto finora le mani legate perché a oggi la ricerca delle coperture è ancora in atto. Servono alcuni giorni per elaborare i dati sulle entrate fiscali di luglio e agosto e i versamenti da parte delle società energetiche per la tassa sugli extraprofitti. La norma sul contributo straordinario è stata scritta male, presta il fianco a profili di incostituzionalità, tanto che molte aziende hanno presentato ricorso. Al punto che l’esecutivo si appresta a correggerla delimitando meglio, ad esempio, le operazioni infragruppo coinvolte.
Priorità alle imprese gasivore e in particolare alle filiere produttive
La priorità nel nuovo pacchetto di aiuti verrebbe data alle imprese gasivore e in particolare alle filiere produttive che maggiormente utilizzano il gas. Si studiano crediti d’imposta e bonus ad hoc per pagare il gas e forniture dello stesso a prezzo calmierato. E ancora: la cassa integrazione gratuita per le imprese costrette a fermare o rallentare la produzione, il potenziamento della rateizzazione delle bollette, nuovi interventi sugli oneri di sistema e sull’Iva.
Prende corpo l’ipotesi dell’ora legale perenne che raccoglie consensi trasversali
Sul fronte del risparmio energetico intanto prende corpo l’ipotesi dell’ora legale perenne che raccoglie consensi trasversali, dal Pd alla Lega. Gli interventi nazionali finiranno inevitabilmente per incrociarsi con quelli comunitari, quando il 9 settembre i ministri dell’Energia europei si riuniranno per discutere le misure d’emergenza.
In ballo ci sono il price cap e la proposta di slegare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Intanto la guerra di nervi tra Mosca e l’Europa continua. “Sono della ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa”, ha detto la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen. Col price cup “non ci sarà più” in Europa il gas russo, ha replicato il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev.
La Russia avrebbe dovuto riprendere oggi le forniture di gas all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream dopo gli annunciati tre giorni di manutenzione. E in vista della riapertura dei rubinetti ha chiuso in forte calo il Gas sul mercato di Amsterdam. I future Ttf, punto di riferimento per il prezzo del metano in Europa, hanno terminato le contrattazioni con un tonfo dell’11,66% a 214,67 euro.
Gazprom blocca di nuovo le forniture attraverso il gasdotto Nord Stream
Ma in serata è arrivata la doccia fredda. Gazprom ha individuato alcune perdite di olio nel corso dei lavori di manutenzione in corso alla stazione di compressione di Portovaya. Per questa ragione “il trasporto di gas” è stato “completamente fermato”. Senza indicare una nuova data di riapertura. “Un’altra conferma dell’inaffidabilità” di Gazprom come fornitore, commenta il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in giornata, aveva ribadito che l’affidabilità del gasdotto è stata messa in pericolo poiché non ha dotazioni tecnologiche. E ai giornalisti che chiedevano se fossero possibili ulteriori riparazioni dopo la ripresa operativa prevista per oggi Peskov ha così risposto: “Non ci sono riserve tecnologiche. Una turbina sola sta lavorando. Fate i conti”.
“Putin preferisce bruciare il gas piuttosto che fornirlo contrattualmente all’Europa o ad altre regioni”, ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Mentre a Bruxelles le proposte sul tema dell’energia sono ancora un cantiere aperto.
Le nuove misure dovrebbero essere annunciate il 14 settembre a Strasburgo da von der Leyen nel discorso sullo Stato dell’Unione. Il consiglio straordinario Energia del 9 servirà a sondare le reazioni alle ipotesi in campo. In primo luogo, quella del tetto al prezzo del gas. Le opzioni sono diverse. Gli spagnoli vorrebbero riproporre a Bruxelles il modello che usano nella Penisola iberica, con prezzo calmierato solo per il gas usato per produrre energia elettrica, con l’effetto di rendere le bollette più leggere.
L’Ue apre al tetto del prezzo del gas russo
Il price cap può essere applicato sulle importazioni dalla Russia, l’idea sostenuta dall’Italia, oppure applicato all’interno dell’Ue, sul mercato all’ingrosso o al dettaglio. Ma secondo indiscrezioni confermate da più fonti, la Commissione avrebbe in mente, secondo quanto scritto in un ‘non paper’ che circola a Bruxelles, di proporre un tetto al prezzo dell’elettricità prodotta da fonti diverse dal gas per ricavarne risorse con cui ammortizzare i costi delle bollette. E poi c’è in ballo l’altra questione di slegare il prezzo dell’elettricità da quello del gas.
I ministri delle finanze del G7 hanno intanto approvato il piano che prevede di fissare un tetto al prezzo del petrolio che proviene dalla Russia. Mosca prima ancora che venisse formalizzata la decisione aveva minacciato: “Se i Paesi ostili metteranno un tetto ai prezzi sulle risorse energetiche russe, Mosca fornirà petrolio altrove”. Ovvero ai Paesi che si adeguano alle condizioni del mercato, ha detto Peskov.
Secondo cui l’imposizione di un “price cap” destabilizzerebbe i mercati del settore. “Le misure anti-russe adottate hanno portato a una crisi molto, molto profonda, una situazione in cui gli europei acquistano gas liquefatto principalmente dagli Stati Uniti per cifre folli e del tutto ingiustificate, e le aziende statunitensi si arricchiscono mentre i contribuenti europei si impoveriscono”, ha argomentato il Cremlino.
Intanto Volodymyr Zelensky torna a tendere la mano sul fronte energetico. “L’Ucraina è pronta ad aumentare l’export di elettricità verso l’Europa”, dice il capo di Stato, intervenendo al Forum Ambrosetti.