I prezzi di benzina e diesel crescono meno degli aumenti delle quotazioni del petrolio, almeno secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Eppure, ancora una volta, i numeri ufficiali sembrano dire una cosa almeno in parte diversa. Al question time, nell’Aula della Camera, Urso ha parlato di uno “scenario internazionale sempre più negativo” che comporta una crescita delle quotazioni del petrolio che hanno superato “gli 81 dollari al barile”. Nonostante questo, sottolinea, “siamo riusciti a contenere i prezzi dei carburanti”. Ma è davvero così? Come spiega Urso, i prezzi alla pompa oggi sono “di 1,82 euro al litro per la benzina e di 1,72 per il gasolio”.
Per Urso aumenti limitati dei prezzi di benzina e diesel, ma i dati lo smentiscono
Il ministro, parlando di 81 dollari al barile si riferisce al Brent. Che in effetti oggi è poco sotto questo livello. Ma al di sotto del livello di agosto, quando oscillava tra 80 e 85 dollari al barile. E a ottobre era di nuovo a quota 81, come oggi. Il ministro dice che l’impatto è stato limitato, ma i prezzi sono in salita, come evidenziano i dati rilasciati dal suo stesso ministero. Per esempio la rilevazione del 13 gennaio evidenzia un aumento in una settimana di 2 centesimi sia per la benzina che per il gasolio, a quota 1,79 (quindi oggi è ancora più alto).
Se prendiamo l’ultima volta che eravamo a quota 81 dollari al barile si arriva al 7 ottobre, quando la benzina costava 1,75 euro al litro e il gasolio 1,63. Quindi meno di oggi, a parità di quotazioni. Se torniamo al 27 agosto abbiamo prezzi più bassi di oggi (di poco, 2-3 centesimi di differenza) con il petrolio a 81 dollari al barile. Insomma, altro che contenimento dei prezzi.