“Nessuno vuole alimentare polemiche. Ora occorre fare gioco di squadra per non indebolire la posizione negoziale del Presidente del Consiglio Conte in Europa”. Chiaro il messaggio lanciato dall’europarlamentare e volto noto della galassia 5 Stelle, Ignazio Corrao. Il quale ora chiede di deporre le armi e di andare tutti uniti verso lo stesso obiettivo. Che dev’essere quello, però, di stare alla larga dalla trappola-Mes.
Però è difficile non dar ragione al Pd: se possiamo prendere soldi Ue per la sanità senza condizionalità, non si capisce quale sia il problema. Dov’è la trappola?
La trappola sta nella vaghezza delle conclusioni dell’Eurogruppo perché non si dice chiaramente che il prestito Mes viene concesso senza condizioni e lo strumento resta in piedi così come è stato concepito. C’è scritto che gli Stati membri rimarranno impegnati a rafforzare i fondamenti economici e finanziari, coerentemente con i quadri di coordinamento e sorveglianza economica e fiscale dell’Ue. Questo significa che il Mes light non esiste e una volta finita la crisi, i vincoli di bilancio europei ritorneranno. E se non si rispetteranno le condizionalità già previste da Trattati e regolamento europei cosa succede? La nostra è una battaglia in difesa del popolo italiano che non merita ulteriori sofferenze, come quelle inflitte alla Grecia, dopo quelle che sta vivendo adesso in questa pandemia.
Come farete dunque con il Pd?
La maggioranza era compatta fino a qualche giorno fa. Il primo aprile, e non era uno scherzo, il Ministro Gualtieri in una intervista aveva detto chiaramente che l’Italia non avrebbe mai fatto utilizzato il Mes. Anche altri esponenti del Pd avevano espresso posizioni simili. Poi è arrivato il dietrofront di Franceschini e Zingaretti. Noi non vogliamo alimentare ulteriori polemiche perché dobbiamo fare un gioco di squadra e non vogliamo indebolire la posizione negoziale del Presidente del Consiglio Conte che dovrà fronteggiare giovedì prossimo i Paesi europei rigoristi come Olanda, Austria e Germania. Io lancio un appello a tutte le forze politiche: basta col il fuoco amico. Restiamo tutti uniti su strumenti europei nuovi che diano una risposta da Unione. Se l’Italia non è unita su questo come possiamo pensare che lo sia l’Europa?
Insomma, possiamo dire che l’Italia non cederà né attiverà mai il Mes? Neanche in formato soft?
Il Movimento 5 Stelle è al governo ed è maggioranza relativa in Parlamento, difficile pensare di fare senza di noi. Noi diciamo: ma davvero l’Europa vuole perseverare con gli errori del passato? Ricordo che il Commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa ha definito quello che è successo in Grecia una violazione dei diritti umani. Persino Juncker ha fatto mea culpa. Puntiamo a strumenti nuovi, trovo interessante questo “Recovery fund” che noi consideriamo come un embrione degli Eurobond.
La somma di cui si sta parlando è pari a 36 miliardi, meno di una finanziaria. Non stiamo parlando, dunque, di una cifra mastodontica. Crede che quella sul Mes sia diventata una battaglia ideologica tra due modi differenti di vedere l’Europa?
I 36 miliardi del Mes non sono una cifra risolutiva ma sono comunque più della metà di quanto l’Italia spende in un anno per l’istruzione pubblica, in tutti i settori dall’istruzione pre-primaria a quella universitaria, quindi non sono bruscolini. Recuperare quei soldi in altra maniera sarebbe comunque utile, ma è chiaro che noi abbiamo bisogno di altro tipo di cifre e queste possono arrivare solo attraverso la raccolta del massimo dalla liquidità messa a disposizione dalla BCE, tramite BTP funzionali alla raccolta della liquidità da Quantitative Easing (QE2+PSPP+PEPP) sui mercati, con cui andare a finanziare l’economia reale, e a monetizzare le garanzie di Stato.
Crede, realisticamente, che ci sia ancora manovra sugli eurobond o si dovrà ragionare al ribasso e mediare?
Noi parlamentari europei sappiamo benissimo quanto sia importante negoziare. Tutti i regolamenti e le direttive che votiamo al Parlamento europeo sono il frutto di compromessi fra i gruppi politici. Così funziona in Europa. Noi siamo disponibili naturalmente a discutere sugli Eurobond e a trovare un compromesso. Il “Recovery fund” in parte già lo è anche se non si è sciolto il nodo del suo finanziamento. L’Europa deve reagire con forza contro questa crisi come stanno già facendo Usa, Cina o Giappone che hanno messo in campo le loro banche centrali e tutti gli strumenti per concedere maggiore liquidità a imprese e cittadini. Si parla tanto di Helicopter Money, ecco serve una Banca Centrale che faccia la Banca Centrale e immetta denaro fresco per imprese e famiglie.