Oltre 100 sindaci di Lazio e Abruzzo sono sul piede di guerra. Tutti schierati sul fronte dell’autostrada dei Parchi per cercare di impedire al caro pedaggi di arrivare al casello. “Dopo quasi 2 anni di manifestazioni e proteste finalmente una delegazione dei sindaci è stata ricevuta dal ministro delle infrastrutture”, esclama Gianni Innocenti, assessore alla mobilità di Tivoli (Roma), in prima linea con Velia Nazzaro, sindaco di Carsoli (Aq), nella lotta per la sicurezza delle autostrade A24/A25 e contro il rincaro delle tariffe autostradali. Dal primo dicembre è previsto infatti un aumento del 19%. Al neo ministro dei Trasporti Paola De Micheli i sindaci hanno chiesto una soluzione che porti, nell’immediato, al blocco definitivo del rincaro. E il ministro si è impegnato a riconvocare gli stessi sindaci prima del 30 novembre. Una questione spinosa legata al Piano economico finanziario (Pef) da approvare entro fine ottobre, come disposto dal Consiglio di Stato.
Nel Pef è prevista la messa in sicurezza sismica del tracciato autostradale, con uno stanziamento di 3,1 miliardi di euro, di cui 2 miliardi a carico dello Stato e il resto a carico della concessionaria. Per l’autostrada dei Parchi si paga circa un euro ogni 10 chilometri percorsi, chilometri d’oro se scattasse l’aumento. “Per noi è necessario che si riducano le tariffe che risultano già tra le più care d’Italia”, insiste il sindaco di Subiaco (Roma), Francesco Pelliccia. Strada dei parchi precisa però che è appena dodicesima nella classifica delle tariffe autostradali di montagna tra 19 società e che il traforo del Gran Sasso è il meno caro, ma è anche il più disagevole perché percorribile su un’unica corsia con diversi limiti.
“Nonostante i pedaggi elevati l’autostrada ha una percorribilità limitata e una sicurezza non chiara – commenta Pelliccia – e il precedente ministro ha dichiarato che l’autostrada non era sicura. Ci sono necessità impellenti di lavori straordinari che il concessionario dichiara di non poter fare se il governo non garantisce risorse adeguate”. Proprio questo il nocciolo della questione: la copertura finanziaria. Si tratta di 192 milioni di euro per la messa in sicurezza sismica, con 30 milioni anticipati ad aprile per i progetti esecutivi, appena dopo le verifiche sui viadotti, ma l’incertezza sul resto condiziona le scelte del concessionario.
Gli amministratori locali ritengono indispensabile essere presenti al tavolo di concertazione tra gestore e Ministero delle infrastrutture e trasporti. ”Ai sindaci si sono unite associazioni, sindacati, parlamentari e amministratori regionali – aggiunge il sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio – per sollecitare il governo alla revisione della convenzione con il gestore. È importante, data la difficoltà di collegamento ferroviario e delle strade, l’agevolazione del collegamento autostradale tra le città abruzzesi e Roma. Di ciò naturalmente risente lo sviluppo economico e sociale specialmente dei territori interni, maggiormente penalizzati”.