di Graziano Bertini
Detenuti stipati in celle troppo piccole, nelle quali lo spazio a disposizione è inferiore a tre metri quadrati. Un trattamento inumano e degradante, per il quale la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo conferma la condanna dell’Italia, rigettando la richiesta per il riesame del ricorso Torreggiani davanti alla Grande Camera. La sentenza emessa lo scorso 8 gennaio dai giudici di Strasburgo, diventa così definitiva e l’Italia ha un anno di tempo per trovare una soluzione al sovraffollamento carcerario e introdurre una procedura per risarcire i detenuti che ne sono stati vittime. Il procedimento giudiziario, infatti, nasce dalla denuncia di sette detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza, ai quali lo Stato dovrà pagare una somma totale di 100 mila euro per danni morali, come stabilito dai giudici europei. Ma questa è soltanto la punta dell’iceberg: la Corte ha infatti già ricevuto più di 500 ricorsi da altri detenuti. Che potrebbero essere tutti accolti nel caso in cui l’Italia non riesca a risolvere il problema entro un anno. Un paese che ha decisamente abusato della custodia cautelare in carcere e che ora deve correre ai ripari. Basti pensare che attualmente più di un terzo dei detenuti nelle nostre carceri è in attesa di giudizio. E ora la questione del sovraffollamento, troppo a lungo sottovalutata, diventa un’emergenza.
I dati
Sul tema era intervenuta anche il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri pochi giorni fa, definendo le carceri italiane “indegne di un Paese civile”. Infatti se le norme sanitarie dispongono uno spazio minimo di almeno 9 metri quadri a detenuto, in realtà sempre più spesso i reclusi si trovano ristretti in spazi inferiori ai 3 metri. Una problema, questo, già affrontato e per il quale era già stata emessa una condanna: la prima nel 2009, per un detenuto nel carcere di Rebibbia di Roma. Dopo questa prima sentenza risulta che l’Italia sia il terzo Paese in Europa per sovraffollamento dei penitenziari. I detenuti sono quasi 66 mila, molti di più dei posti disponibili nelle 206 prigioni italiane. Sono quasi 20 mila i reclusi in eccesso, secondo le cifre fornite dal ministro, ma contestate dall’associazione Antigone, che parla invece di 30 mila detenuti in più rispetto ai posti regolamentari.
Una situazione alla quale la Corte europea ha deciso di mettere fine. Già l’8 gennaio scorso, i giudici di Strasburgo avevano chiesto all’Italia di rimuovere entro un anno le cause strutturali del sovraffollamento. “Come era ampiamente prevedibile, l’Italia ha subìto l’ennesima umiliazione in sede europea. I cinque giudici della Grande Chambre chiamati a vagliare il ricorso dell’Italia avverso la sentenza Torreggiani ed altri, lo hanno dichiarato inammissibile”, così hanno commentato Rita Bernardini, già deputata radicale, e Giuseppe Rossodivita, avvocato radicale difensore di due dei detenuti che si sono visti riconoscere il risarcimento della Cedu per “trattamenti inumani e degradanti”.