Dopo il caso giudiziario in cui si contano oltre 117 indagati (leggi l’articolo), arriva pure l’inchiesta ministeriale sui pestaggi avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Come annunciato dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ad occuparsi del caso saranno anche gli ispettori di via Arenula guidati dal direttore generale detenuti e trattamento del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap), Gianfranco De Gesu.
Stando a quanto trapela la commissione ispettiva già la prossima settimana si recherà nell’istituto detentivo campano dopo il via libera arrivato dell’autorità giudiziaria per cercare di accertare le eventuali responsabilità in vista di procedimenti urgenti. Che la decisione fosse nell’aria lo si era capito da giorni quando la Cartabia, commentando il pestaggio del 6 aprile scorso, non aveva usato parole tenere affermando una “ferma condanna per la violenza e le umiliazioni inflitte ai detenuti che non possono trovare né giustificazioni né scusanti”, spiegando anche che si è trattato di “un’offesa alla dignità della persona e un oltraggio alla divisa che ogni donna e uomo della polizia penitenziaria deve portare con onore”.
La guardasigilli, decisa ad andare a fondo sulla questione, aveva parlato anche di “un tradimento della Costituzione perché l’articolo 27 esplicitamente richiama il senso di umanità che deve connotare ogni momento di vita in ogni penitenziario” commesso dagli agenti.
CASO POLITICO. Una vicenda terrificante per la quale oltre all’inchiesta della Procura guidata dal procuratore Maria Antonietta Troncone e quella ministeriale, potrebbe presto aggiungersene anche una da parte della politica. Da M5S e Pd, infatti, arriva l’invito ad istituire una commissione parlamentare d’inchiesta che accerti l’accaduto nel penitenziario campano ma che guardi anche ai numerosi episodi analoghi accaduti negli ultimi anni in diverse carceri italiane. A propendere per questa iniziativa è la senatrice grillina, Cinzia Leone, secondo cui “quanto accaduto ha dell’incredibile, un incubo rispetto a quello che dovrebbe essere un istituto penitenziario in Italia e in Europa. È possibile che tali atrocità si consumino in uno spazio statale, per mano di uomini dello Stato?”.
Per questo “ho sollevato la necessità di costituire una commissione d’inchiesta sulla conduzione delle carceri”. Dello stesso avviso anche il vicepresidente dei senatori dem, Franco Mirabelli, secondo cui l’indagine parlamentare “è una strada percorribile” segnalando che “occorre fare chiarezza” al più presto. Un’urgenza che, al momento, non sembra minimamente interessare alla Lega con Matteo Salvini che continua a difendere a spada tratta gli agenti. Pur dicendo che “se qualcuno ha commesso violenza deve pagare”, giovedì il Capitano si è recato in visita al penitenziario campano affermando che quanto accaduto è “inaccettabile” ma in quell’occasione ha anche voluto dare la propria solidarietà alle forze dell’ordine.
Sul fronte politico continuano le polemiche sulle presunte responsabilità dell’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, Guardasigilli all’epoca dei fatti: “Come è già evidente e provato, – ha detto il deputato M5S – il ministero si è mosso immediatamente nel pieno rispetto delle prerogative e dell’indipendenza dell’autorità giudiziaria. Ogni altra speculazione è totalmente infondata e per tale ragione adirò le opportune vie legali contro ogni falsità e strumentalizzazione nei miei confronti”.