di Carola Olmi
C’è da arrestare un cattivo che ha scippato una vecchietta? Chiamate Cantone. Raffaele Cantone. Ormai un nome e una garnzia contro ogni genere di reato. Come il detersivo che va bene su tutti i tessuti. Peccato che Cantone, magistrato e persona seria, disponga di mezzi ridottissimi rispetto alla montagna degli incarichi che ha sul groppone. Dall’Autorità nazionale anti corruzione alla sorveglianza mirata di specifiche criticità, come ad esempio gli appalti per il Giubileo. Per Renzi però tutto questo non è un problema. Bisogna rimborsare un po’ delle perdite maturate dagli obbligazionisti secondari delle quattro banche finite nel crac? Piuttosto che mettere un professionista o un magistrato con tutto il tempo necessario, ecco il nome che va bene per tutto. Cantone, appunto.
BOLLINO BLU
Con questa sorta di bollino blu il Presidente del Consiglio prova a dimostrare contro ogni sospetto che il suo Governo sceglie il meglio per assicurare trasparenza su una partita che fin’adesso ha mostrato solo il peggio di tutto. Dalla spregiudicatezza di chi ha amministrato gli istitituti alla mancanza di vigilanza di Bankitalia e Consob, dal presunto conflitto di interessi dentro il Governo con la ministra Boschi che salva la banca di cui è vice presidente papà Boschi. Fino all’incapacità di tutelare gli obbligazionisti a cui sono stati ceduti titoli tossici, molto spesso sicuramente a loro insaputa. Per questo Renzi sa di non poter più abusare di un’opinione pubblica allarmata, mentre il Parlamento si prepara a votare le mozioni di sfiducia verso la Boschi (presentata dai Cinque Stelle) e verso il Governo (presentata dal Centrodestra). Come fare dunque a dimostrare che non si scherza più? Buttare sul tavolo il nome ad effetto è la solita strategia renziana. Che viene buona anche questa volta. Strappa sempre un titolo in tv e sui giornali fa fare al premier una figura da Dio. Se poi in concreto serve a poco, pazienza! Cantone è certamente un’autorità terza e autorevole, come l’ha definita ieri Renzi. Il suo nome però non può essere usato come una foglia di fico per coprire ogni vergogna di questo Paese. E appare anche un po’ strano che lo stesso presidente Anac si presti a questo gioco sinceramente abbastanza scoperto.
SOLO BRICIOLE AI TRUFFATI
Se Renzi ha dunque ragione quando sostiene che il suo decreto ha salvato i risparmi di un milione di persone, oltre a 7.200 posti di lavoro, resta quantomeno discutibile la mancanza di conflitto di interessi del suo ministro Boschi e certamente complessa tutta la vicenda degli arbitrati. Il decreto, che ieri La Notizia ha citato largamente nella parte relativa agli arbitrati, fissa le caratteristiche dei professionisti a cui affidare il compito di rimborsare i risparmiatori truffati. Inserire adesso il coordinamento di Cantone allunga la catena di controllo. E soprattutto non scioglie il vero problema: chi paga per questo lavoro? I commissari hanno infatti un costo importantissimo e al momento il Governo ha previsto di inserire i compensi di questi arbitri nello stesso fondo da cui attingere per i rimborsi. Così il risultato sarà di dare agli obbligazionisti ancor meno delle poche briciole previste. Avremo Cantone che garantirà la massima trasparenza. Ma gli assegni saranno davvero da fame.