Cifre sparate a casaccio, battute politicamente scorrette, idee strampalate, infortuni sui social network che in un attimo fanno il giro della Rete. In campagna elettorale i politici danno il peggio di sé e anche queste comunali non smentiscono la sensazione che sotto il photoshop dei 6×3 ci sia un vuoto disperato e disperante. Le gaffe sono sempre in agguato, specie quando si è costretti a parlare troppo e con gente mai vista. Molti, lo si capisce lontano un miglio, sono clamorosamente fuori contesto. Come Alfio Marchini, candidato dei costruttori e del generone romano in quota circoli sul Tevere, con una spruzzata di Opus Dei. Venerdì si è fatto un giro molto pop sull’ipotesi di metropolitana che è toccata in sorte a Roma e ha postato la foto su Facebook. Immediati i commenti sul fatto che occupava due posti, su come ha posato gli occhiali da sole sul sedile accanto manco fosse in macchina e su quel tablet tenuto orizzontale tipo ufficio. Insomma, si vede nettamente che lui la metro l’ha scoperta a 50 anni. Del resto doveva rimontare un’epica figuraccia di qualche giorno fa, quando fu beccato a fare un trasbordo proletario dalla sua Ferrari a un’utilitaria. E che dire di tutti quei manifesti con i quali aveva inondato la Capitale: “Libero dai partiti”. Non ha fatto a tempo ad appiccicarli che è arrivato Silvio Berlusconi e gli ha rifilato Forza Italia.
ALTRI MARZIANI – Ma l’aria di Roma è davvero ispirata. Virginia Raggi, l’eroina dei Cinque Stelle, si era candidata all’insegna dell”Arrivano gli onesti”, fornendo un curriculum in cui non era indicato in che studio legale aveva lavorato. In poche ore si è scoperto che la ragazza è stata formata alla legalità da Cesare Previti, condannato per un reato da nulla come la compravendita di sentenze. La Raggi ha poi polemizzato in Rete con un fake di Alfio Marchini e non ha capito che il miliardo di investimenti di cui parlava il Pd Roberto Giachetti non veniva dal Governo Renzi ma era già nelle pieghe del bilancio comunale. E per la serie “Fantasia al potere”, la vispa grillina ha vagheggiato collegamenti in funivia, monete parallele e ritorni al baratto.
AUTOGOL – Non male anche Guido Bertolaso, capace di invitare Giorgia Meloni “a fare la mamma”, ma lestissimo a proporsi come assessore di tutti gli altri contendenti. Tanto per far capire quanto ci credeva. Non vanno meglio le cose a Milano, dove il renziano di complemento Giuseppe Sala si era dimenticato di dimettersi da Expo, società nella quale aveva affidato i controlli sulla trasparenza a un tipo appena condannato a quattro mesi per induzione indebita. Ma il premio sincerità va ad Antonello Paparella, candidato per il centrodestra a Ruvo di Puglia, che in un ispirato comizio ha solennemente dichiarato: “Noi abbiamo le capacità di fare un mea culpa e di anteporre quelle che sono le questioni personali agli interessi collettivi”. Ma ci voleva tanto a dirlo?