Il leader in pectore del M5S prova a voltare pagina e a mettere nel cassetto le polemiche sui circa 40 deputati del Movimento che domenica hanno mancato all’appuntamento in Aula sul voto alle pregiudiziali di incostituzionalità sulla riforma Cartabia, presentate dai partiti di minoranza. Un deputato pentastellato, addirittura, Alessandro Melicchio ha votato a favore, in dissenso con il resto dei gruppi che sostengono il governo. Pochi secondi di colloquio ieri tra Giuseppe Conte e la ministra della Giustizia Marta Cartabia, entrambi a Bologna per l’anniversario della strage del 2 agosto 1980, sono stati sufficienti al leader del M5S per rassicurare la Guardasigilli sulla tenuta del Movimento in vista della ‘doppia’ fiducia (poi votata a tarda notte) posta dall’esecutivo sui due articoli-maxi emendamenti che costituiscono il disegno di legge delega per l’efficienza del processo penale. La votazione finale in prima lettura è attesa per oggi (qui per seguire i lavori).
“Ho seguito le tue dichiarazioni”, ha detto la ministra. “Oggi andrà tutto bene”, ha risposto l’ex premier. “Andiamo avanti così”, ha chiuso Cartabia. “Domenica abbiamo avuto un confronto con tutti i parlamentari. Ho voluto inaugurare questo nuovo corso del M5S. Discuteremo molto, ci confronteremo, lo faremo sempre in assoluta trasparenza. Arriviamo a questo voto con la coscienza pulita”, aveva rassicurato poco prima Conte ribadendo che “abbiamo fatto tutto il possibile per migliorare questi ultimi interventi in materia di giustizia, in un impianto che abbiamo costruito col ministro Bonafede”.
E poi ha garantito: “I parlamentari del M5S daranno il loro voto – ovvero sì alla riforma Cartabia – ed esprimeranno compattezza”. Dunque non dovrebbero esserci grandi sorprese tra le truppe pentastellate. Tanto che lo stesso Melicchio, nonostante il passo falso del giorno prima per il quale è stato redarguito, dà la sua parola che voterà la fiducia al governo seppure obtorto collo. Interpretando il sentimento dei duri e puri del M5S che voteranno la riforma tappandosi il naso. “Continuo – dice – a tenere un giudizio negativo sul provvedimento, anche se riconosco il grande lavoro fatto da Conte e dai deputati M5S della Commissione che hanno contributo a cambiare il testo in modo sostanziale”.
Proprio domenica ai parlamentari M5S riuniti via zoom Conte ha cercato di trasmettere la soddisfazione per il risultato ottenuto nella trattativa con il governo sulla riforma. “Qualcuno dice che abbiamo accettato un compromesso al ribasso: questa è una rappresentazione assolutamente falsa”, ha dichiarato, riconoscendo che quella sulla giustizia è stata una trattativa durissima che il M5S ha portato avanti fino alla fine del confronto. “Con i correttivi da noi voluti abbiamo ottenuto una riforma valida senza i gravissimi rischi di impunità che presentava inizialmente”, dichiara il deputato pentastellato Riccardo Fraccaro.
Mentre la collega e relatrice Giulia Sarti (nella foto) nega di non aver partecipato domenica alle votazioni: “Io c’ero e ho votato contro le pregiudiziali”, dichiara. E insiste: “Pur non essendo la ‘riforma Cartabia’ la nostra riforma, grazie all’impegno del M5S si sono potuti evitare problemi immensi che avrebbero cancellato processi in appello e in Cassazione. La battaglia non è finita perché noi incideremo anche sui decreti delegati del Governo che dovranno passare dalle commissioni Giustizia di Camera e Senato”. Intanto ieri si sono aperte le votazioni – che si chiuderanno alle 22 di stasera – della Rete al nuovo Statuto M5S. “Spero che sia una grande festa di democrazia e che ci sia grande entusiasmo in questo nuovo corso”, è stato l’auspicio dello stesso Conte.
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La doppia fiducia
Ieri sera l’Aula della Camera ha dato l’ok ad entrambi i voti di fiducia posti dal governo sul disegno di legge di riforma del processo penale. Ha prima approvato l’articolo 1 con 462 sì, 55 no e un astenuto. Positivo anche l’esito del secondo voto sulla riforma Cartabia, con 458 deputati favorevoli, 46 che hanno detto no ed un astenuto.