Vale la pena rileggere lo scambio avvenuto ieri su Twitter tra Luca Di Bartolomei (consulente nel settore dell’energia dei servizi, impegnato da tempo nella divulgazione dei pericoli delle armi) e Carlo Calenda, frontman del cosiddetto Terzo polo che vorrebbe essere il polo della competenza e della serietà.
Vale la pena rileggere lo scambio su Twitter tra Luca Di Bartolomei, impegnato da tempo nella divulgazione dei pericoli delle armi e Calenda
Di Bartolomei riprende uno dei tanti interventi televisivi in cui Calenda si pavoneggia da esperto di geopolitica e scrive: “Calenda ha la preparazione culturale, politica o in questo caso geografica di un Di Maio o un Di Battista. Solo nato ai Parioli”. Passa poco tempo e Calenda accorre trafelato e piccato: “Luca non ho mai capito la tua feroce avversione per me. Immagino che sia un hobby come un altro. Mi spieghi però esattamente gli errori storici o di altro tipo? Così tanto per circostanziare la boutade”. Già dalla prima risposta appare evidente la solita strategia del populismo da terzo polo: il vittimismo.
Di Bartolomei gli risponde: “Carlo nulla di personale ma rappresenti buona parte dei problemi di questa presunta sinistra volendo passare per competente ma inanelli solo gaffes. Qui nello specifico: Kaliningrad è russa, la Transnistria non è riconosciuta ed è uno stato fantoccio e la Moldavia non è Nato. se questa serie di inesattezze un tanto al kg le avessero esclamate dei 5stelle avreste suonato la gran cassa Ma la cosa drammatica è che perlopiù siete quasi tutti una manica di impreparati in un momento drammatico della storia del paese”. Essendo il polo della serietà ci si aspetterebbe di avere una risposta nel merito. Sì, ciao.
Sentite bene Calenda: “Ok Luca. Inutile discutere. Passi troppo facilmente il limite della maleducazione e non mi va di litigare con il figlio di Agostino Di Bartolomei anche quando si comporta da cafone. Pace e bene”. Dentro c’è tutto: il non rispondere, il non sapere ma fingere di essere esperti, il vittimismo e il buttare la palla in tribuna. In più Calenda ci mette dentro “un figlio di” (Luca Di Bartolomei è figlio di Agostino, celebre capitano della Roma). Roba da pelle d’oca.
E infatti Di Bartolomei risponde: “Vedi Carlo quale è il problema? Fai la vittima, provi ad eludere il tema della superficialità delle tue risposte/proposte tentando di delegittimare l’interlocutore (peraltro su un piano sbagliatissimo) E cmq se non scappi sempre pronto a dibattere con te su un tema a tua scelta”.
Calenda fa il Calenda e insiste: “ti stai attaccando a questo?”, scrive piccatissimo.
Di Bartolomei chiude la discussione con due tweet che da soli sono un editoriale: “Carlo non mi attacco a nulla perchè hai dato prova dozzine di volte di essere politicamente impreparato e superficiale sui temi Vogliamo parlare del tuo piano nucleare? O di tutte le volte che hai detto peste e corna dei navigator salvo poi fare marcia indietro? Sei diventato un personaggio mediatico e basta. E questo lo dico con dolore visto che comunque delle doti le avresti. Politicamente parlando la tua fortuna è che quelli del @pdnetwork sono delle seghe inenarrabili. Comunque occhio che sulla vigilanza rai ti hanno raggirato”.
Calenda risponde? Ma va. Lascia liberi i suoi seguaci di azzannare il nemico e intanto rispondendo, con la solita strategia, a tutti quelli che commentano stupefatti l’episodio. È una storia piccola, di pochi minuti, assolutamente irrilevante, accaduta su Twitter ma rivela la natura di Calenda e del sedicente Terzo polo. Sta tutto qui.
Calenda ha la preparazione culturale, politica o in questo caso geografica di un Di Maio o un Di Battista
Solo nato ai parioli pic.twitter.com/ZOa0oEXueS— Luca Di Bartolomei (@ldibartolomei) February 4, 2023