Il conflitto d’interessi assurto a normalità. Non c’è altro da aggiungere a vedere l’ennesima kermesse a cui la ministra del Lavoro, Marina Calderone, si appresta a partecipare. Parliamo del festival annuale del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro. E fin qui nulla di strano dato che il riferimento è alla titolare del dicastero che si occupa per l’appunto di Politiche sociali e Lavoro.
La ministra Calderone inaugurerà il Festival del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di cui il marito è presidente
Il problema però è che la kermesse che si terrà a Bologna da giovedì 29 giugno a sabato 1 luglio, è stata organizzata, come ricorda Domani, dal presidente dell’Ordine Rosario De Luca che, incidentalmente, è il marito della stessa Calderone. Insomma, una inaugura e l’altro presiede. Mica male. E dire che si sarebbe potuto evitare quest’ennesima polemica considerando che proprio la Calderone già era finita sotto l’occhio del ciclone per una vicenda praticamente identica. Già ad aprile la ministra ha preso parte alla riunione dei Consulenti dei lavoro in Sardegna, sua regione d’origine, insieme proprio al marito. Un cortocircuito di cui, pare, il membro dell’esecutivo non si interessa. Ma anzi rilancia. Al Festival di Bologna – sebbene non sia stata confermata la suan presenza in via ufficiale – si attende l’arrivo anche di Giorgia Meloni. Chissà.
C’è da stupirsi? Probabilmente no. Non bisogna dimenticare, infatti, che la stessa Calderone oltre ad essere coniuge dell’attuale presidente dell’Ordine, è la sua predecessora per 17 anni. Non male. E, al di là che salga sul palco la presidente del Consiglio oppure no, che sia un evento che rischia di assumere connotazioni politiche è evidente anche dal parterre per ora confermato. Uno stuolo non indifferente di uomini e donne di governo: Raffaele Fitto, Matteo Salvini, Francesco Lollobrigida, Anna Maria Bernini, Gennaro Sangiuliano, Paolo Zangrillo. Insomma, la leader di Fratelli d’Italia sarebbe solo la ciliegina su una torta già abbondantemente – e chiaramente – guarnita.
Ma non è tutto. Il cortocircuito tra ministero e Ordine è evidente anche da un altro aspetto, meno esplorato ma non per questo meno indicativo: gli incarichi affidati dalla Calderone all’interno del suo staff ministeriale. Alla comunicazione ci pensa Elena Pasquini, già componente dell’ufficio stampa della Fondazione studi Consulenti del lavoro. Pasquini guadagnerà 65mila euro lordi all’anno, come pure Antonello Orlando, “esperto” in forza al Gabinetto. Mentre a capo della segreteria del ministero c’è Sara Bardeggia, dal 2017 assistente di Calderone.
I dubbi, dunque, sono tanti e diversi. E tutti ruotano attorno al legame tra Calderone e il marito, come detto. Che, dopo aver dato le dimissioni dal consiglio di amministrazione dell’Inps (dov’era entrato nel 2020 in quota Lega), il 18 novembre 2022 ha preso il suo posto proprio alla guida del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro. Circostanza che pone un’evidente questione di opportunità politica visto che l’articolo 25 della legge n. 12/1979, che riconosce l’Ordine dei consulenti del lavoro, dice che “la vigilanza sul Consiglio nazionale è esercitata dal ministro del Lavoro e della previdenza sociale d’intesa con il ministro di Grazia e Giustizia”.