Calciopoli già una volta ha affondato la credibilità dello sport più amato. I campionati furono sconvolti dalle sentenze. Se però la Cassazione – in udienza oggi – emanerà una sentenza che preveda assoluzioni e quindi ridiscussione di tutti i processi, sul calcio italiano possono davvero scendere le tenebre. “Io non vedo l’ora, vi assicuro che il 22 gennaio ci sarà da divertirsi”, ha sempre preannunciato Luciano Moggi, il principale imputato dello scandalo del 2006, l’anno del Mondiale vinto da Lippi e dai suoi giocatori. Una sentenza favorevole da parte della Cassazione potrebbe essere la leva per chiedere la revisione dei processi sportivi.
JUVE AVVELENATA
Andrea Agnelli sta aspettando come la manna dal cielo la sentenza della Cassazione. Ai bianconeri sono stati tolti due scudetti, di cui uno assegnato all’Inter. Ora sui nerazzurri pende la famosa telefonata di Facchetti che Moggi ha sempre citato. Nel corso di una trasmissione tv Lucianone disse a Zanetti: “Quello che emerge dal processo di Napoli e che emergerà ancora sono le telefonate del tuo ex presidente che riguardano le griglie e la richiesta a un arbitro di vincere la partita di Coppa Italia con il Cagliari, e l’arbitro era Bertini. Ci sono le telefonate intercettate sue, le telefonate di Moratti e la telefonata di imbarazzo di Bertini”.
IL RICORSO AL TAR
La Juve ha presentato un ricorso al Tar con una richiesta di danni di 444 milioni di euro. Una cifra che manderebbe in default il calcio italiano. La società bianconera così quantifica i danni subiti: 133 milioni per il calo azionario in Borsa; 79 per i mancati ricavi da partecipazione alla Champions League; 110 la svalutazione del marchio; 60 per gli introiti ridotti causa la cessione frettolosa di Ibrahimovic, Vieira, Cannavaro, Zambrotta; 41 per il calo dei diritti tv; 20 per i ritardi nel progetto del nuovo stadio. Il ricorso dovrà passare al vaglio dei giudizi amministrativi (l’udienza non è stata fissata). Il punto, però, è un altro: per il bilancio della Figc sarebbe una batosta insostenibile. Tuttavia, con la presenza di nuovi elementi scoperti dopo la sentenza, con le prove rivelatisi non veritiere, con in mano tutte le carte dei processi, Agnelli potrà chiedere l’articolo 39, ovvero quell’articolo del Codice di Giustizia Sportiva che prevede la possibilità di riaprire anche procedimenti già chiusi e inappellabili, in presenza però di nuove condizioni. Dovesse uscire una sentenza con assoluzioni totali o anche parziali, la Juventus avrebbe la strada spianata. E forse sarebbe meglio restituire due scudetti che pagare 444 milioni. Ma se la Cassazione confermerà i verdetti, forse in casa nerazzurra si tirerà un forte sospiro di sollievo.