“A chi preme per riaprire gli stadi vorrei ricordare le conseguenze drammatiche che ha avuto Atalanta-Valencia del 19 febbraio scorso. In questo momento abbiamo altre priorità, pensare di riempire gli spalti sarebbe una follia”. E’ quanto ha detto al Corriere il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo (nella foto), a proposito della riapertura degli stadi di Serie A a un massimo di mille spettatori.
“Aprire con più di mille spettatori – ha aggiunto – è in questo particolare momento impensabile, il mondo del calcio è troppo importante per il nostro Paese, in previsione di una graduale apertura sarà necessario verificare gli effetti che questi eventi possono causare sulla curva e su quel maledetto indice di trasmissione Rt che a noi preme mantenere sotto controllo. È importante seguire le esperienze degli altri Stati dell’Ue”. Come il Regno Unito che ha rinviato l’apertura, ha detto ancora Miozzo, “ma anche altri Paesi guardano con preoccupazione la riapertura degli stadi”.
“Preoccupato? Sono attento – ha detto ancora il coordinatore del Cts – a quello che accade. Non possiamo permetterci di tornare alle lezioni a distanza. La scuola è il motore della ripartenza e del Paese. Tutta la nostra attenzione deve essere concentrata su questo. È ancora troppo presto per dire che l’aumento dei contagi dipende dalla ripartenza della scuola. Ma noi sappiamo che avremo una risalita della curva, l’età media dei positivi che si alza di nuovo. Se la sperimentazione del vaccino non subirà altre frenate, se tutto va bene nella primavera 2021 cominceremo a ragionare sul ritorno alla normalità”.
Di parere opposto il presidente il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina: “C’è un’esigenza generale del Paese di tornare alla normalità, di riprendere la cadenza della nostra vita senza perdere il rispetto delle regole dettate dal Governo. E’ necessario vivere le nostre passioni. Abbiamo condiviso la priorità di aprire prima le scuole, ma se i risultati saranno incoraggianti mi auguro e credo sia giusto cominciare ad aprire gradualmente gli stadi in modo da allinearci a tutti gli altri paesi europei”.
“C’è questa idea di un graduale ritorno negli stadi – ha aggiunto il numero uno della Figc parlando ai microfoni di Radio anch’io sport – anche se di graduale ancora non c’è nulla perché mille spettatori sono davvero molto pochi all’interno dei nostri impianti e lo abbiamo visto ieri. Io penso che la gradualità debba essere proporzionale, altrimenti corriamo il rischio di avere valori assoluti applicati a situazioni molto diverse”.
“Ma intanto – ha detto ancora Gravina – è importante applicare questa disposizione anche alla Serie B, alla Serie C e ai Dilettanti. Il calcio è uno e deve recuperare la presenza del pubblico, perché oggi sembra un corpo senza anima. Il ministro Spadafora ha assicurato una equità nel mondo del calcio e dello sport: non vedo motivi per distinzioni tra i diversi campionati, sarebbero inspiegabili e la gente non capirebbe. Abbiamo dimostrato grande responsabilità, abbiamo mostrato con i comportamenti di meritare la fiducia dopo aver superato un pessimismo diffuso. Mi auguro e credo sia giusto cominciare ad aprire gradualmente gli stadi al pubblico”.