Busta paga più bassa, la beffa per gli statali: stipendi ridotti nonostante rinnovo del contratto e taglio del cuneo fiscale

Beffa in busta paga per i dipendenti statali: stipendi più bassi senza l'applicazione del nuovo contratto e del taglio del cuneo fiscale.

Busta paga più bassa, la beffa per gli statali: stipendi ridotti nonostante rinnovo del contratto e taglio del cuneo fiscale

Una vera e propria beffa in busta paga. Per i lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione l’inizio del 2025 ha portato con sé un’inattesa discesa degli stipendi, nonostante un rinnovo contrattuale appena firmato e la conferma del taglio del cuneo fiscale. Entrambe misure che non sono state applicate in busta paga, causando così una discesa dell’importo netto per tantissimi lavoratori.

Così le buste paga non solo sono più basse rispetto al mese precedente, ma persino rispetto allo scorso anno a causa della mancata applicazione del nuovo taglio del cuneo fiscale. A denunciare quanto successo sono i sindacati, spiegando che le novità non sono state applicate dai sistemi di NoiPa, la piattaforma che eroga la busta paga per 1,8 milioni di dipendenti pubblici. Ma cosa è successo e quando sarà possibile recuperare questi soldi per gli statali?

Busta paga più bassa per i dipendenti pubblici, la beffa di inizio anno tra rinnovo del contratto e cuneo fiscale

Partiamo dal principio: a gennaio le sigle sindacali (ma non tutte) hanno firmato il rinnovo del contratto di lavoro del comparto, con un aumento medio in busta paga di 165 euro per tredici mensilità e importi che in alcuni casi erano molto più alti per i ruoli apicali. A questo si aggiunge il rinnovo del taglio del cuneo fiscale, che comporta benefici finora inediti per chi guadagna più di 35mila euro. Premesse che portavano quindi i lavoratori ad aspettarsi stipendi più alti rispetto ai mesi precedenti.

E invece nessuna di queste due misure è stata applicata. Confsal Unsa, che ha firmato il contratto a gennaio, parla di inefficienze per le quali negli ultimi cedolini non è stato aggiornato l’importo con il rinnovo. Ancora più critici i sindacati che quell’intesa non l’hanno firmata, ritenendo gli aumenti troppo bassi (del 6%) a fronte di un’inflazione molto più elevata nel periodo 2022-2024. Secondo Flp, invece, per vedere i vantaggi bisognerà aspettare i cedolini di aprile e maggio.

Anche Antonio Naddeo, presidente Aran, punta il dito contro chi non ha aggiornato i sistemi, sostenendo che è “paradossale che, a marzo, molti dipendenti pubblici non abbiano ancora riscontri concreti nelle loro buste paga, nonostante le misure siano state annunciate con largo anticipo. Sarebbe interessante approfondire le cause e chiedere maggiore trasparenza su quando i lavoratori vedranno realmente i benefici previsti”.

Quando arriveranno gli aumenti di stipendio e gli arretrati per gli statali

NoiPa ha spiegato cosa succederà, considerando gli aumenti in busta paga e anche gli arretrati. Da marzo, infatti, si applicheranno sui cedolini gli adeguamenti retributivi previsti dal rinnovo del contratto. Un rinnovo che riguarda oltre 190mila dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici.

Da marzo, quindi, arriveranno gli aumenti in busta paga. Mentre gli arretrati verranno erogati attraverso “un’emissione speciale”, attesa sempre a marzo. Nessuna notizia, invece, sul fronte del taglio del cuneo fiscale: NoiPa non ha infatti comunicato da quando verrà applicato il nuovo sistema e come e quando verranno erogati gli arretrati per l’ormai ex sgravio contributivo.