Per il governo la priorità ora è il ceto medio. Ma, questo il primo appunto, per ceto medio intende chi guadagna più di 50mila euro. Non proprio le persone con i maggiori problemi economici, sicuramente. Su di loro si concentra l’azione dell’esecutivo dal punto di vista fiscale, con l’intenzione di un beneficio in busta paga – probabilmente andando a incidere sull’Irpef – da introdurre già nel 2025.
Attualmente sopra i 50mila euro di reddito l’aliquota Irpef applicata è quella del 43% e queste persone non ricevono benefici attraverso l’ultima riforma dell’Irpef né con il taglio del cuneo fiscale. La revisione delle aliquote, infatti, ha previsto l’annullamento del vantaggio Irpef a quota 50mila euro, con una franchigia di 260 euro per le detrazioni fiscali.
Peraltro, punto forse più importante, dalla riforma dell’Irpef i benefici reali sono stati minimi: nella migliore delle ipotesi (per i redditi tra i 35mila e i 50mila euro) parliamo di 260 euro in più l’anno, ma per la maggior parte dei casi – quelli per i redditi più bassi – sono solo 5-10 euro in più al mese. Praticamente nulla di fronte all’inflazione record. E anche il taglio del cuneo fiscale viene cancellato sopra i 35mila euro, con tanto di scalone che penalizza chi guadagna 36-37mila euro l’anno.
Il piano del governo: favorire chi guadagna di più a scapito dei poveri con un’altra riforma dell’Irpef
Il piano del governo è stato più volte illustrato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. Che parla di chi guadagna 50mila euro come classe media, considerando che non sono persone più ricche, ma che invece sono sempre penalizzate. Così ha praticamente promesso un intervento nel 2025. Ma va capito come e con quali risorse.
Secondo il Messaggero sono due le ipotesi in campo. La prima prevede di abbassare dal 35% al 34% l’aliquota per i redditi tra i 28mila e i 50mila euro. Per questa fascia il beneficio massimo sarebbe al massimo di 220 euro e andrebbe a favore anche di chi guadagna più di 50mila. La seconda ipotesi, più probabile, è quella di alzare lo scaglione del 35%, magari portandolo fino a 75mila euro, anche “gradualmente”, come ipotizza Leo.
Le simulazioni del Consiglio nazionale dei commercialisti dicono che in questo caso il beneficio partirebbe da 80 euro per chi ha un reddito da 51mila euro, salendo fino a quota 2mila per chi ne guadagna 75mila. Ma già a 55mila euro avremmo 400 euro in più l’anno e a 60mila diventerebbero 800. Un incremento molto molto più alto di quello previsto per le fasce basse e molto più in difficoltà. Insomma, lo Stato pensa di spendere più di un miliardo per dare anche migliaia di euro in più a chi già guadagna tanto, senza nulla in più – oltre i 5-10 euro al mese – per chi ha redditi bassi.