Per i dipendenti statali sono in arrivo aumenti in busta paga da record. Il rinnovo dei contratti per il triennio 2022-2024 porterà nelle tasche dei dipendenti pubblici un importante aumento, come testimoniato dal rapporto semestrale dell’Aran sulle retribuzioni di oltre 3 milioni di lavoratori.
Gli stipendi cresceranno, in media, del 6,2% grazie alle risorse stanziate – quasi 10 miliardi – dall’ultima manovra. Cifre più alte rispetto al passato: negli ultimi due rinnovi la crescita in busta paga era stata del 3,5% e del 4%, ma a fronte di un’inflazione molto più bassa di quella registrata in questo triennio.
Busta paga, quanto aumentano gli stipendi degli statali
Secondo i calcoli di Aran, gli aumenti medi in busta paga saranno pari a 160 euro al mese, una volta che i nuovi contratti saranno a regime. Bisognerà però capire cosa succederà davvero, considerando che la direttiva madre per il rinnovo dei contratti inviata all’Aran prevede che una parte delle risorse stanziate venga utilizzata per il salario di produttività. Ovvero non aumenti uguali per tutti ma in base al rendimento, attraverso dei premi.
Gli aumenti già erogati
Nel frattempo c’è già stato il decreto Anticipi che a dicembre ha portato un aumento congiunturale del 16,6% delle retribuzioni nel pubblico impiego per quel mese, attraverso l’anticipo del pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale al personale a tempo indeterminato per 12 mensilità.
Come sottolinea ancora l’Aran, le retribuzioni del personale non dirigente della Pa sono aumentate a dicembre del 19,7%, mentre la cifra è molto inferiore per la dirigenza contrattualizzata Aran: solo +1,7%, in quanto alcune categorie qui comprese non rientravano invece in quelle che hanno ricevuto l’anticipo dell’indennità.
Inoltre, emerge ancora dai dati Aran, i salari sono aumentati tra il 2013 e il 2023 del 13,4% per l’intera economia italiana. Un balzo, in dieci anni, legato soprattutto all’incremento degli stipendi nel settore privato (+14,3%). Nella pubblica amministrazione, comunque, la crescita è stata dell’11,6%.