Da ministro dell’Interno si è sempre trattenuto. Il ruolo imponeva uno stile istituzionale. Ma ora che si occupa degli Affari Esteri, Angelino Alfano può permettersi il lusso, e anche il piacere, di essere meno convenzionale. E così dopo l’ennesimo affondo di Gazebo, il programma di Rai Tre condotto da Diego Bianchi, e l’assalto (in tutti in sensi) subito da parte di Enrico Lucci, conduttore di Nemo su Rai Due e ex Iena di talento a Mediaset, durante l’assise congressuale del suo partito, il leader di Ap ha attaccato frontalmente la Rai, chiedendo senza mezzi termini la testa del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto.
Difesa fuori luogo – L’ex delfino di Silvio Berlusconi, diventato la stampella di Matteo Renzi una volta lasciato Forza Italia, oltre a criticare la gestione dell’azienda, ha preso la palla al balzo per difendere le ragioni di Bruno Vespa, conduttore di Porta a Porta, che rientra fra coloro ai quali sarà applicato il tetto dei 240 mila euro, previsto anche per le star della Rai. “Campo Dall’Orto farebbe bene a dimettersi. La sua gestione ha fallito anche sui compensi: una politica fallimentare su cui sarà il Pd a pagarne il conto”, sostiene il ministro degli Esteri e leader di Ap, “nell’ambito delle tante scelte che il governo Renzi e il leader politico Renzi, in qualità di presidente del Consiglio, ha fatto in questo anni, la peggio riuscita è quella di Campo Dall’Orto come direttore generale della Rai”. Chissà come sarà contento l’ex sindaco di Firenze del trattamento ricevuto da Alfano, al quale ha sempre salvato la poltrona.
Il salva tetto – Ma visto che Renzi è passato e Vespa ancora no, l’esponente centrista ha pensato bene di occuparsi del giornalista, con il quale vanta una profonda amicizia. Del resto non è un caso se nello stesso giorno il quotidiano La Repubblica si è preoccupato di far sapere che i legali del conduttore avrebbero individuato un cavillo per salvare dalla tagliola della legge, perché il tetto ai compensi è stato votato dal Parlamento, i contratti milionari degli artisti della Rai. Vespa, pensionato d’oro di Viale Mazzini, ha accordo di collaborazione del valore di 1,3 milioni di euro all’anno.
La norma – Eppure nel 2014 il ministro Marianna Madia ha firmato una circolare che prevede il divieto di dare incarichi a pensionati nella Pubblica amministrazione. La legge include nel divieto anche gli incarichi e le cariche presso le società o gli enti a controllo pubblico, come la Rai, ad eccezione dei componenti delle giunte degli enti territoriali e dei membri degli organi elettivi di ordini professionali. Motivi per i quali i consiglieri di amministrazione di viale Mazzini non percepiscono compensi. Però il contratto di Vespa, dato che a Porta a Porta passa tutta la politica che Vespa corteggia e lusinga, non vale come gli altri, tanto da indurre Alfano a scendere in campo. Come se il Paese non avesse altri problemi.