La 73esima edizione del Festival di Sanremo era già finita nel mirino del Governo Meloni molto prima del suo debutto: la kermesse musicale, poi, ha scatenato un’autentica bufera in Rai per le scelte autoriali che, nonostante il successo in termini di ascolti macinati dall’evento, hanno generato polemiche negli ambienti della maggioranza.
Bufera in Rai dopo Sanremo. Meloni vuole cacciare Fuortes
Rosa Chemical, il free style di Fedez, il monologo di Paola Egonu, l’appello alla legalizzazione della cannabis degli Articolo 31. La 73esima edizione del Festival di Sanremo ha avuto forti risvolti politici che si sono tutti tramutati in polemiche montate dalla maggioranza di Centrodestra. Se da un lato gli ascolti hanno premiato il programma di punta della Rai con uno share sistematicamente oltre il 57% e con picchi del 66,5%, il Governo non ha perso l’occasione di far sentire la sua voce e condannare con durezza le scelte autoriali di viale Mazzini.
L’obiettivo del centrodestra consiste nel rivoluzionare i vertici dell’azienda con il premier Giorgia Meloni che di fatto chiede la testa dell’ad Carlo Fuortes.
Coletta difende la kermesse musicale dagli attacchi del Governo
Le critiche feroci rivolte a Sanremo e alla Rai dall’esecutivo hanno spinto il direttore dell’Intrattenimento Prime time della rete a prendere la parola e rinunciare, almeno momentaneamente, alla sua solita pacatezza. Rispondendo agli attacchi ricevuti, infatti, Stefano Coletta ha tuonato a Repubblica: “Non posso rispondere di ogni gesto che fa un artista in diretta. Allora dovrei dimettermi ogni giorno. Non è civile. Stiamo qui solo a parlare di questo, degli attacchi della politica, non di un festival che sfiora il 70% di share. Non è normale”.
“Lavoro da trenta anni stretto al prodotto e non faccio mai valutazioni di natura politica. Nel momento in cui Amadeus ha la libertà editoriale, che condivide con me, è la libertà assegnata a ogni artista – che sia cantante, attore, conduttrice o conduttore – a segnare il percorso. È l’impianto più corretto per procedere”, ha aggiunto difendendo a spada tratta la struttura dell’evento. “Penso che la televisione debba rappresentare tutta la società, nella sua interezza. Che sia interessante la complessità”.
Ma Lega e Fratelli d’Italia non demordono e pare siano intenti a organizzare un colpo di mano volto a rinnovare i vertici Rai. L’intenzione del Governo è stata anticipata in modo esplicito dal sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi che ha ribadito la necessità di “cambiare la narrazione del Paese”.
Intanto, nella mattinata di domenica 12 febbraio, a Festival ormai terminato, il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha nuovamente attaccato la kermesse, affermando: “Ho scoperto chi ha vinto stamattina. Auguri a chi ha vinto: non commento altro, sicuramente una riflessione sulla gestione Rai nel suo complesso andrà fatta – e ha aggiunto –. Ho avuto tanti e tali impegni che non ho avuto il tempo di occuparmi di altro: ho guardato l’esibizione di Al Bano e ieri sera la mia compagna mi ha fatto sentire Gino Paoli. Io sono, come dice mio figlio, vecchio, e quindi mi piacciono questi artisti”.
I momenti clou che hanno scatenato la bufera in Rai dopo Sanremo
Rispetto agli attacchi a Sanremo, inoltre, Coletta ha aggiunto: “Rispetto alla mia poltrona mi auguro fortemente che chi fa un discorso tecnico non sia valutato politicamente. Sarebbe un errore per l’azienda perché le persone sanno discernere l’operato di un dirigente: chi conosce la mia storia conosce la mia trasparenza – e ha denunciato–. Non essendo stato mai rintracciabile un vulnus nella mia professionalità, sono arrivati gli attacchi sul privato, dal punto di vista sessuale. Essere attaccati per l’orientamento sessuale, per demolire la professionalità con letture omofobe è una ferita e niente ti può risarcire. Tutti gli anni di sacrificio, impegno, di giornate fatte di solo lavoro, saltano in un istante perché nella vita si ha un compagno e non una compagna? L’autenticità è sempre stato il faro del mio percorso umano e professionale, e spero di essere letto per quello, non per la vita privata”.
Il direttore dell’Intrattenimento Prime time della Rai, poi, è tornato sull’esibizione di Fedez durante la quale il rapper ha strappato la foto del viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami vestito da nazista delle SS: “Io e la mia vicedirettrice Lentini abbiamo saputo nell’imminenza della messa in onda che Fedez non avrebbe più portato il testo che ci era stato consegnato da giorni. Il segmento legato alla nave è una parte di sei ore di programma, controlliamo tutto. Abbiamo saputo solo nell’imminenza che si era rifiutato di consegnare il nuovo testo. Per tutte le serate, anche di quel piccolo segmento, dagli altri abbiamo ricevuto tutti i testi, che sono rimasti tali. Solo Fedez ha cambiato all’ultimo minuto – e ha ribadito –. La richiesta era sempre stata quella di non fare riferimenti politici, essendoci domenica due votazioni importanti nel Lazio e in Lombardia. Per questo, mi sono dissociato il giorno dopo”.
Infine, Coletta ha sottolineato: “Lo share altissimo indica che il pubblico si riconosce nella narrazione, vuol dire che si tratta del risultato dei tempi, del sentire comune. Sanremo è uno specchio che include il tempo reale: dal presente alla memoria”.