“L’Unione europea non ha perso l’occasione per ricoprirsi di ridicolo per l’ennesima volta”. Lapidario il commento del professor Antonio Maria Rinaldi dopo la lettera che la Commissione europea ha consegnato in cui si parla di “deviazioni senza precedenti” dal Patto di Stabilità. “Nella lettera – dice a La Notizia l’economista allievo del ministro Paolo Savona – Pierre Moscovici esterna le preoccupazioni della commissione perché l’Italia ha uno scostamento dell’1%”.
Reazione eccessiva?
“Se il bravo Moscovici pensa che questa Manovra metta in pericolo tutta l’Europa con questo 1% vuol dire che non capiscono assolutamente quale sia la reale situazione in cui versa l’Italia. Il commissario non si rende conto che questa Manovra, che io definisco di risarcimento, è per riparare in parte i disastri avvenuti nel nostro Paese proprio per le politiche economiche proposte dall’Unione europea. Ma va bene così”.
In che senso, scusi?
“Molto probabilmente Moscovici non si rende che così facendo alimenta come benzina sul fuoco il forte sentimento che sta maturando tra i cittadini italiani nei confronti delle istituzioni Ue”.
Intanto, però, l’Italia deve fare i conti con lo spread che sale.
“Cominciamo col dire che le dichiarazioni sia di Moscovici che di altri componenti della commissione vengono fatte sempre a mercati aperti e dunque provocano reazioni sui mercati stessi…”.
Non è un caso secondo lei?
“Il dubbio perlomeno lo deve concedere. Ma poi va considerato che l’ampliamento dello spread è in funzione esclusiva del tapering della Bce, cioè sull’esaurimento delle operazioni del Quantitative Easing sul mercato secondario dei titoli di Stato. Dal primo ottobre, infatti, le “munizioni” a disposizione dell’eurozona sono scese a 15 miliardi per esaurirsi a dicembre. È ovvio che con tale situazione tecnica, lo spread ne risenta. Quando d’altronde col governo Renzi gli acquisti della Bce erano fissati a 80 miliardi al mese lo spread era ben sotto i 100 punti base. A riprova di ciò col ‘bravissimo’ Monti, nonostante le lacrime e sangue della Fornero, lo spread il 24 luglio 2012 toccò quota 528. Non per questo Monti era un pericolo per l’Unione europea, tutt’altro”.
Secondo lei, allora, il Governo deve andare dritto per la sua strada?
“Assolutamente sì. Questo 2,4% io lo considero il minimo sindacale. È un risarcimento per gli effetti devastanti delle ricette economiche dell’Ue. Le diro di più: io avrei proceduto a fare un deficit sforando del 4 o 5%”.
Addirittura?
“Viste le reazioni che ci sono state… Più di queste reazioni così scomposte cosa avremmo dovuto aspettarci con un deficit al 4 o al 5%? L’invio di paracadutisti per bombardare il ministero dell’Economia?”.
Cosa rischiamo ora?
“Se Moscovici e la commissione dovessero ritenere opportuno aprire una procedura d’infrazione per deficit eccessivo, procedano pure”.
Sfida aperta?
“Dico solo che, se dovessero aprire una procesura d’infrazione, tutto il complesso iter sarà gestito dalla nuova commissione che nascerà dopo le elezioni di maggio. Senza dimenticare che i due partiti di Governo europeo, così facendo, stanno facendo fare il pienone di voti ai sovranisti. Quindi va benissimo. Attenderemo”.
Sulla manina nel Decreto Fiscale sul condono, invece, che idea si è fatto?
“Sarò telegrafico: il testo licenziato dal Consiglio dei ministri non conteneva questa misura. Quindi è stata inserita dopo. Bisognerebbe capire a chi appartiene quella gelida manina”.
Secondo lei, ammesso che ci sia questa manina, è politica o tecnica?
“Ah, non ho la più pallida idea. Secondo me è tecnica”.