Dopo la rinnovata polemica sui migranti tra Francia e Italia, ora scende in campo pure l’Onu. Secondo un rapporto compilato dalla Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia, la Libia non è un porto di sbarco sicuro.
Rilevando che le violazioni contro rifugiati e migranti in Libia continuano senza sosta, anche nei centri di detenzione, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha ribadito che il Paese nordafricano non è un Paese sicuro per i richiedenti asilo.
“A tutti i rifugiati e migranti intercettati lungo la rotta del Mediterraneo centrale dovrebbe essere assegnato un porto sicuro di sbarco, in conformità con il diritto del mare, il diritto marittimo internazionale, il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto dei rifugiati”, ha affermato il Segretario generale delle Nazioni Unite. Guterres ha anche chiesto alternative alla detenzione basate sui diritti, anche stabilendo quadri giuridici e politici per gestire la migrazione in linea con il diritto internazionale.
Parole, quelle di Guterres, che non possono che essere indirizzate all’Italia visto che sono arrivate proprio nel giorno in cui Matteo Piantedosi incontrerà Haftar a Roma.
La Libia non è un porto sicuro
Insomma parole che difficilmente faranno felici quanti sperano di risolvere il problema dei flussi migratori con accordi fatti con i libici e in particolare con il generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica e comandante del cosiddetto Esercito nazionale libico. Peccato che questa sia proprio la strategia del governo di Giorgia Meloni tanto che da giorni si parla di una strategia per trattare con il leader della Libia e che questa ipotesi sia, secondo quanto trapela, alla base delle tensioni con la Francia.