Il comitato di redazione di Libero non ci sta. E risponde per le rime al capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, che dopo uno scambio di battute infuocate con il direttore del quotidiano, Vittorio Feltri, aveva usato l’espressione “poveri redattori di Libero” per attaccare il giornale.
Ecco il contenuto della comunicato.
Non è bello essere derubricati come «tanti poveri redattori di Libero» che non mollano il proprio giornale e Feltri «semplicemente perché tengono famiglia». Sarà pure vero che teniamo famiglia, non è ancora un reato, come non lo è (ancora) incassare pensioni e vitalizi. La professione che svolgiamo a Libero è costruita su anni di lavoro e fatica. Ridurre il tutto ad un problema di «pane quotidiano», buttare nel fango il lavoro di onesti giornalisti – tutti seri professionisti – che sono stati per anni martellati anche dall’ ufficio stampa dell’ Onorevole Brunetta, è semplice opportunismo per avvalorare la propria tesi. I colleghi che hanno lasciato il Pegaso feltriano sono liberi di intraprendere qualsiasi sfida professionale. Ad maiora. Rischiano in proprio e con loro le rispettive famiglie. Altri hanno deciso di restare, e vanno anch’ essi rispettati. E non tirati per la giacchetta. Please… Il giornalismo sta attraversando il deserto della crisi strutturale, inutile e vile infierire. Però i giornalisti – qualsiasi sarà la piattaforma o il supporto dove verranno veicolate in futuro le notizie – sopravviveranno a questa crisi.