C’è il ministro di Forza Italia Renato Brunetta che di salario minimo non vuol sentire neppure parlare: va “contro la nostra storia culturale di relazioni industriali”.
Ma è in buona compagnia. A dargli manforte c’è pure Giancarlo Giorgetti. Per il ministro leghista dello Sviluppo economico “in alcuni settori probabilmente serve”. Ma pure dal fronte sindacale non mancano crepe e distinguo.
“In Italia la copertura contrattuale è oltre il 90% e la direttiva indica in queste situazioni che bisogna rafforzare ed estendere la contrattazione”, taglia corto il leader della Cisl, Luigi Sbarra.
Che chiarisce le ragioni della sua contrarietà: “Noi pensiamo sia sbagliato definire per legge una cifra perché come sappiamo la retribuzione complessiva del lavoratore non è fatta solo di compenso orario minimo ma si aggiungono altri istituti contrattuali”.