Renato Brunetta non aspettava altro. Entrare a gamba tesa nella trasmissione di Fabio Fazio, uno di quei programmi a cui l’Antitrust ha messo il bollino della non obiettività politica, chiedendo un riequilibrio degli ospiti tra centrodestra e centrosinistra. Brunetta è sembrato un gigante quando ha incalzato il conduttore, icona della sinistra radical-chic, sul nuovo contratto, sulla trasparenza della cifra. Essendo soldi pubblici l’attuale capogruppo del Pdl si è sentito spinto a farlo, ricordando che il dg Rai Gubitosi ancora non ha messo sul sito gli stipendi di manager e consulenti di Viale Mazzini. Nonostante la partita si giocava in trasferta bisogna dare atto a Brunetta di aver vulnerata la difesa di Fazio, spalelggiato e difeso dal pubblico in sala. Certo se Fazio avesse detto quanto guadagna senza stare lì a tirarsela tutto si sarebbe ricomposto. E invece giù polemiche. Politiche e non. Con Brunetta che ha presentato un’interrogazione in Vigilanza e con il Codacons scatenato sulla questione.
L’attacco di Brunetta
Il capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, Renato Brunetta, ha presentato un’interrogazione al presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Roberto Fico, per sapere se le indiscrezioni sul rinnovo del contratto del conduttore Fabio Fazio corrispondano al vero. L’inziativa segue il vivace scambio verbale tra il parlamentare e il conduttore, proprio su questa materia, a ‘Che tempo che fà. Il presidente dei deputati del Pdl chiede in particolare, si legge in una nota, «per quale motivo il direttore generale della Rai abbia ritenuto di discutere in Consiglio di amministrazione, con largo anticipo, il rinnovo di un contratto così oneroso e soprattutto non in scadenza, e se il presidente e il direttore generale non ritengano opportuno chiarire la tipologia del nuovo contratto in esclusiva che lega Fabio Fazio alla Rai, che sarebbe in questi giorni alla firma della presidente Tarantola, e rendere noto, ufficialmente, l’ammontare del compenso triennale previsto per il conduttore genovese».
L’ipocrisia di Rai 3 secondo Grillo
Sulla vicenda interviene anche il blog di Beppe Grillo, con un post intitolato “L’ipocrisia di Rai3”. “Domenica 13 ottobre 2013 il Tg3 su Rai3 alle ore 19:15 manda in onda un servizio su una famiglia composta da nonna, marito, moglie e tre bambine che vivono con la pensione di reversibilità della nonna: settecento (700) euro al mese. Alle 21 circa va in onda sempre su RAI3 “Che tempo che fa” condotto da Fabio Fazio, conduttore televisivo, al quale la Rai ha rinnovato il contratto per tre anni per un importo pari a 5.400.000 (cinquemilioniquattrocentomila) euro, cioè 1.800.000 all’anno. Chiedo”, prosegue il post pubblicato sul blog, “che i portavoce del M5S denuncino, tutte le volte che vanno in una qualsiasi televisione, queste enormi ingiustizie. Anche tenendo presente che sono i pensionati al minimo che pagano il canone. E poi basta ricordarsi il trattamento di Fico (Presidente Vigilanza Rai) da parte di Fazio”.
Il Codacons vuole le denunce dei redditi
Quanto dichiarato da Fazio ieri è assolutamente assurdo e falso: nessuno può impedire per contratto di rendere pubblici i compensi, soprattutto se chi riceve il cachet decide di dare comunicazione di quanto percepito». Lo dichiarano Codacons e Associazione Utenti Radiotelevisivi, intervenendo sulle affermazioni di Fabio Fazio che ieri, nel corso della puntata di “Che tempo che fa”, ha rifiutato di fornire i dati circa il compenso percepito dalla rete di Stato. Inoltre la segretezza di cui ieri ha parlato Fazio viene cancellata di netto dal Fisco, dal momento che le denunce dei redditi sono pubbliche. Il Dg della Rai Luigi Gubitosi va nella direzione contraria alla trasparenza che l’azienda deve ai cittadini, principali finanziatori attraverso il canone – proseguono Codacons e Associazione Utenti Radiotelevisivi -. Se quindi Gubitosi non è in grado di garantire tale trasparenza, farebbe meglio a dimettersi. Sui compensi di Fazio, Littizzetto e Benigni – informa la nota – le due organizzazioni hanno presentato questa mattina non solo un esposto alla Corte dei Conti contro la Rai, ma anche un’istanza d’accesso all’Agenzia delle Entrate per avere copia delle denunce dei redditi (che sono pubbliche) dei tre personaggi televisivi e risalire ai cachet elargiti loro dalla Rai. E non appena avremo questi dati – concludono Codacons e Associazione Utenti Radiotelevisivi – sarà nostra cura divulgarli allo scopo di garantire massima trasparenza ai teleutenti».