Flavio Briatore, l’imprenditore che ama raccontarsi come self-made man, ha appena dato un’altra lezione magistrale. Come ha raccontato il giornale online Open, prima di vendere il Twiga e il Billionaire a Leonardo Maria Del Vecchio per 25 milioni di euro, Briatore li ha venduti a sé stesso.
Un giro di valzer tra la sua holding Majestas e una nuova società lussemburghese, la Red&Blue, aperta appena due mesi prima. Un’operazione perfettamente legale, per carità. “Ma perché Briatore ha venduto a sé stesso prima di vendere tutti gli asset a Del Vecchio? – si è chiesto Andrea Giacobino su Affaritaliani.it -. Perché se avesse venduto asset in Italia avrebbe pagato l’eventuale tassa sulle plusvalenze, imposta che invece non viene applicata nel Granducato”.
Prima di cedere il Twiga, come racconta ancora Open, Briatore ha liquidato i soci di minoranza con valutazioni generose. A partire da Dimitri Kunz, compagno della ministra del Turismo Daniela Santanché, che per la sua quota ha incassato 6,3 milioni di euro, 1,3 milioni in più del valore stimato. Un’uscita di scena ben remunerata. Lo stesso vale per la socia Dorothy Costantin: acquistò il 10% del Twiga di Ventimiglia per 1.500 euro, se l’è visto ricomprare per 300 mila.
Si tratta solo di ottima gestione aziendale, di una strategia perfettamente legale? Il punto non è come Briatore ha ceduto la sua attività, a norma di legge e senza perdere un centesimo in tasse, ma il messaggio implicito: in Italia paga solo chi non ha i mezzi per costruirsi un Lussemburgo su misura. Ricordiamocelo la prossima volta che intravediamo Briatore dare lezioni di imprenditoria.