Dopo la disastrosa prima ondata della pandemia, qualcuno sperava che l’incubo fosse ormai alle spalle. Sfortunatamente, però, sembra non esserci pace per il martoriato territorio del bresciano che si è nuovamente trasformato in un gigantesco – e preoccupante – focolaio tanto da spingere il Ministero e la Regione Lombardia a decretare la zona arancione rafforzata, con la speranza di contenere i contagi e, soprattutto, il dilagare della pericolosa variante inglese.
Che la situazione è pressoché fuori controllo lo si capisce dalle parole del consulente responsabile della campagna vaccinale di massa, Guido Bertolaso, che senza giri di parole ha motivato il provvedimento preso dal Pirellone in quanto, a suo dire, “a Brescia è in corso la terza ondata di Covid-19” e “la provincia di Brescia ha una incidenza doppia di nuovi positivi registrati nell’arco di una settimana” rispetto al resto della Lombardia.
Per questo, aggiunge, “nei prossimi giorni vaccineremo” d’urgenza “24 mila persone” dei 205 comuni finiti in zona arancione rafforzata tra le province di Bergamo e Brescia. Territori in cui, per effetto di quanto stabilito dall’ultima ordinanza, resteranno chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado, Università incluse. Un’emergenza che era ampiamente nota perché sottolineata, in più occasioni, dai dirigenti degli ospedali bresciani che hanno raccontato di strutture ormai prossime al collasso e per le quali chiedevano interventi urgenti.
MAL DI PANCIA. Un provvedimento, quello preso in accordo tra il governo e il Pirellone, che comunque ha fatto emergere alcuni mal di pancia nelle amministrazioni locali. “I comuni sono ancora in prima fila e noi ci siamo” tuttavia spiega su Facebook il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, “vogliamo essere più coinvolti nella definizione e nei contenuti delle ordinanze regionali e nazionali, anche quando le riteniamo opportune come è in questo caso, al fine di arrivare a provvedimenti più mirati”.
Proprio per questo, spiega il primo cittadino, bisogna “accelerare nella distribuzione dei vaccini nei territori più colpiti” dove “siamo a disposizione per la logistica” in quanto è necessario “che Governo, Regioni ed Enti locali siano un corpo unico, senza disarticolazioni e lentezze, per riuscire a uscire in fretta da questa maledetta pandemia”.