dalla Redazione
Avvio in netto ribasso per le Borse europee, preoccupate per la situazione in Ucraina, con la Russia che muove le proprie forze verso la Crimea e la levata di scudi dei Paesi del G7. Gli stessi indici della Borsa di Mosca stanno accusano pesanti cali: il Micex accusa un tonfo del 7,8% e l’Rts del 9%. Sulle prime battute Parigi scivola dell’1,8%, Madrid del 2,34% e Francoforte del 2,15%. Va giu’ Milano, in ribasso del 2,3%. A Piazza Affari registrano un bilancio in rosso tutte le azioni del Ftse Mib. UniCredit, Bpm e Unipolsai guidano i ribassi e scivolano di oltre il 3%. Arginano le perdite Snam (-0,39%) e Terna (-0,59%). Fuori dal paniere principale Damiani giu’ del 9%, Zucchi dell’8,5% e Fidia del 7%. Sono in controtendenza le Lventure (+3%). Sul mercato dei cambi, l’euro ha perso leggermente quota sul dollaro: vale 1,3768 contro 1,3803 di venerdi’. La divisa passa inoltre di mano a 139,54 yen (140,91 yen venerdi’), mentre il rapporto fra dollaro e yen si attesta a 101,31 (102,09). Il petrolio sale dell’1,6% a 104,24 dollari al barile.
Gli investitori sono preoccupati per la situazione in Ucraina. I Paesi del G7 hanno condannato la posizione di Mosca come ‘violazione della sovranità del Paese ucraino. Il comunicato delle sette potenze sostiene: ‘Ci impegniamo a sostenere l’Ucraina nei suoi sforzi per stabilire l’unita’ e la stabilita’ economica e politica del paese’. Le Borse europee sono partite male, ma stanno dimostrando di avere nervi saldi, tanto e’ vero che a una manciata di minuti dall’avvio delle contrattazioni il flusso degli ordini in vendita è diminuito. La stessa Piazza Affari cede l’1,5%, Madrid l’1,8%. La Borsa peggiore rimane Francoforte che arretra del 2,49%.
A Milano perdono quota tutte le blue chip, fatta eccezione del Banco Popolare che dopo un inizio in rosso ha virato improvvisamente al rialzo e segna un +1,19%. L’istituto ha dato i conti 2013 venerdì mattina. Non solo. L’assemblea dei soci ha approvato l’aumento di capitale fino a 1,5 miliardi di euro, che dovrebbe avere inizio lunedì 31 marzo per terminare giovedì 17 aprile. L’assemblea straordinaria ha approvato anche il raggruppamento delle azioni ordinarie nel rapporto di 1 nuova azione ogni 10 azioni ordinarie esistenti. Il numero uno dell’istituto, Pier Francesco Saviotti, ha ribadito la volontà di tornare a distribuire il dividendo entro il 2015 e di incrementare la cedola a partire dall’esercizio successivo. Unicredit, per contro, lascia sul parterre oltre il 3%. Finmeccanica arretra dell’1%, cosi’ come la controllata Ansaldo Sts, nonostante le indiscrezioni circa l’interesse dei cinesi di China Cnr Corporation e Insigma per rilevare il controllo di Ansaldo-STS e AnsaldoBreda. Telecom Italia cede l’1,2% nel giorno in cui il Corriere Economia sostiene che l’azienda ‘ha tanti corteggiatori’.
Nel resto d’Europa sono sotto i riflettori le aziende auto francesi, visto che poco fa sono state annunciate le immatricolazioni in Francia del mese di febbraio. Renault, che ha registrato un calo delle vendite dell’1,7%, va giu’ di oltre il 4%. Peugeot arretra del 2,5% dopo la notizia che le immatricolazioni sono calate del 4,2%.