Da un lato i timori per un disimpegno americano in Ucraina nel caso – tutt’altro che remoto – di una vittoria di Donald Trump alle elezioni, dall’altro lo scenario internazionale che continua a surriscaldarsi sempre più. Davanti a queste incognite, la risposta che tutti si aspetterebbero dall’Unione europea e dall’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, sarebbe un impegno a cercare di far concludere il conflitto innescato da Vladimir Putin, e invece si va in senso diametralmente opposto.
Infatti a Bruxelles si sta imponendo una deriva bellicista per la quale il politico ha proposto la creazione di un fondo europeo per la difesa, sul modello del Mes approntato durante la crisi finanziaria del 2008.
La deriva bellicista dell’Ue, Borrell punta al Mes militare
Secondo Borrell, durante il suo intervento al Forum Nueva Economia, “la guerra in Europa non inizierà domani” ma “è all’orizzonte” e “non possiamo più negare la realtà” che vede “la crescente competizione tra le grandi potenze, i conflitti ad alta intensità tra Stati, la militarizzazione dell’interdipendenza economica, la guerra cibernetica e la disinformazione che sono ormai parte della nostra quotidianità”.
Per questo, l’Alto rappresentante dell’Ue ha detto chiaro e tondo che i Paesi membri devono aumentare le spese militari anche e soprattutto in vista di una possibilità affermazione di Trump alle elezioni americane a cui, secondo quanto ha più volte raccontato il tycoon, seguirà un rapido disimpegno dallo scenario ucraino. Secondo Borrell “stiamo vivendo un momento molto importante nella creazione dell’Ue” con la guerra in Europa che non è più un tabù e per la quale si è detto più che favorevole alla “creazione di un nuovo strumento finanziario intergovernativo, chiamiamolo ‘Meccanismo europeo di difesa’, paragonabile a quello che abbiamo creato durante la crisi finanziaria (del 2008, ndr) per sostenere alcuni Stati membri che soffrivano per la crisi finanziaria”.
Uno strumento che per l’Alto commissario Ue doveva essere già approntato quando gli Stati membri hanno creato l’Agenzia europea per la difesa, dimenticandosi di “fornire i fondi” necessari per il suo funzionamento. Una corsa alle armi, conclude Borrell, che deve avvenire in tempi rapidi perché “non possiamo fare affidamento sul sostegno americano e sulla capacità degli Stati Uniti di proteggerci” in quanto l’Europa, a prescindere da chi guiderà l’America in futuro, deve poter fare affidamento sulle “proprie capacità militari”.
La sfuriata di Borrell
Investimenti che, insiste Borrell, devono permetterci di affrontare “una guerra convenzionale ad alta intensità in Europa che non è più una fantasia”. Certo, aggiunge l’Alto rappresentante Ue, bisogna “Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare” un conflitto all’interno dei confini dell’Unione Europea, “ma per farlo dobbiamo avere i mezzi per la deterrenza”. In attesa di realizzare quello che lo stesso Borrel ha definito “un nuovo pilastro dell’Unione”, ossia la Difesa comunitaria, il politico di Bruxelles ha ribadito la necessità di continuare a supportare l’Ucraina di Volodymyr Zelensky perché, in caso di disfatta, Putin potrebbe non fermarsi più.
Per questo l’Alto commissario Ue ha sferzato i governi occidentali a fornire le armi che il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, continua a chiedere. A partire dalle “sette batterie di missili Patriot (sistemi di anti aerea, ndr) per proteggersi” dai raid russi, aggiungendo che, a suo avviso, “è inconcepibile che non siamo in grado di fornirgliele, dato che gli eserciti occidentali hanno circa 100 batterie Patriot”.