Boris Pahor morto a 108 anni: lo scrittore italosloveno è stato candidato al Nobel per la sua attività letteraria incentrata sull’esperienza vissuta con la deportazione in alcuni lager durante la Seconda Guerra Mondiale.
Boris Pahor morto a 108 anni, addio allo scrittore italosloveno
Boris Pahor era nato a Trieste il 26 agosto 1913 durante il regno di Francesco Giuseppe. Lo scrittore, di origine slovena e con cittadinanza italiana, è stato considerato come un “gigante della letteratura” slovena e non solo.
Nel corso della sua carriera, ha scritto circa una trentina di libri e saggi, tutti dedicati alla difesa della libertà dell’individuo. La sua produzione è stata fortemente condizionata dalle sue esperienze di vita: Pahor, infatti, è stato testimone di uno dei momenti più drammatici della storia del Novecento e ha sempre avuto come obiettivo quello di trasmettere alle generazioni più giovani il dramma degli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Chi era lo scrittore sloveno candidato al Nobel che ha raccontato l’orrore dei lager?
Rispetto all’esperienza con fascismo e nazismo, il libro più famoso dello scrittore è stato Necropoli, nel quale ha raccontato l’esperienza vissuta nei lager.
Il volume è stato descritto da Le Monde con le seguenti parole: “Un libro sconvolgente, la visita a un campo della morte e il riaffiorare di immagini intollerabili descritte con una precisione allucinata e una eccezionale finezza di analisi”.
Lo scrittore Boris Pahor, morto all’età di 108 anni ma ancora nel pieno delle sue facoltà intellettive e determinato a combattere, era un fermo sostenitore dell’Unione Europea che considerava “preziosa”. In occasione di uno dei suoi ultimi compleanni, inoltre, Pahor aveva inviato al mondo un monito preciso che, con lo scoppio della guerra in Ucraina, ha assunto le caratteristiche di una sorta di profezia. Affermò, infatti, quanto segue: “Penso che la storia possa tornare”.
Boris Pahor morto a 108 anni, il messaggio di cordoglio del ministro Franceschini
La scomparsa di Boris Pahor è stata commentata anche dal ministro della Cultura, Dario Franceschini.
Dopo aver appreso della morte dello scrittore italosloveno, infatti, il ministro Franceschini ha condiviso il seguente messaggio di cordoglio: “Con Boris Pahor perdiamo un grande scrittore, un gigante del Novecento che ha saputo raccontare, con maestria, lucidità e senza sconti, l’orrore del lager e della deportazione e condannare ogni forma di totalitarismo. Mi stringo al dolore dei familiari e dei tanti amici che oggi perdono un punto di riferimento”.