“A due mesi dell’entrata in vigore della legge di Bilancio, il governo non ha ancora adottato il decreto necessario a definire importi, modalità attuative e procedure per il riconoscimento del nuovo ‘Bonus Mamme’, impedendo a tante lavoratrici di beneficiarne. È un ritardo inaccettabile”.
È quanto denuncia il segretario confederale della Cgil, Daniela Barbaresi. La dirigente sindacale spiega che “con la legge di Bilancio 2025, da quest’anno, alle lavoratrici dipendenti, escluse le lavoratrici domestiche, e a quelle autonome, madri di due o più figli, fino al compimento del decimo anno del figlio più piccolo, e dal 2027 alle lavoratrici madri di tre o più figli fino al compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo, è riconosciuto un parziale esonero contributivo. A condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore a 40 mila euro annui. L’esecutivo – sottolinea – avrebbe dovuto emanare entro gennaio il decreto attuativo, cosa di cui non c’è ancora alcuna traccia”.
Il Bonus mamme è fermo al palo e la Cgil va all’attacco: “Manca il decreto attuativo, ritardo inaccettabile”
Barbaresi ricorda poi le criticità del provvedimento, che la Cgil aveva denunciato già un anno fa, “a partire dalla scelta dello strumento della decontribuzione, che rischia di indebolire ulteriormente il sistema previdenziale, e dalla grave e perdurante esclusione delle lavoratrici domestiche, quindi proprio quelle a più basso reddito e che hanno più bisogno d certezze e stabilità economica e lavorativa necessaria per decidere con serenità un percorso di vita e genitorialità”.
Inoltre, prosegue, “perché un solo figlio non dà diritto al beneficio se davvero si vuole sostenere la natalità? E, ancora una volta, si tratta di una misura tarata sulle madri, come se avere e occuparsi dei figli fosse sempre e unicamente una questione di donne, permanendo il mancato superamento di una visione, arcaica e patriarcale, che ha esclusiva attenzione per la maternità ma non agevola la genitorialità”. “È assolutamente necessaria l’emanazione del decreto attuativo e la conseguente corresponsione degli arretrati alle lavoratrici con due figli, alle lavoratrici autonome e a quelle a tempo determinato, così come occorre estendere il ‘Bonus Mamme’ anche alle lavoratrici domestiche e superare le criticità di tale misura, che riconosce vantaggi maggiori ai redditi più elevati”, conclude la segretaria confederale della Cgil.