Bonus cultura, il flop delle destre: le nuove misure per i 18enni sono un completo fallimento

Il nuovo bonus cultura voluto dal governo Meloni è un flop: beneficiari nettamente ridotti e introiti per il settore dimezzati.

Bonus cultura, il flop delle destre: le nuove misure per i 18enni sono un completo fallimento

Si potrebbe dire che era un flop annunciato, ma ancora una volta a confermarlo sono i numeri: il nuovo bonus cultura, voluto dal governo Meloni per sostituire il bonus 18app, è un completo fallimento. Il primo anno delle due nuove misure che hanno sostituito quella unica che esisteva precedentemente dimostrano come la platea si sia ridotta e come gli incassi per il settore siano addirittura dimezzati.

Dal bonus 18App nel 2024 si è passati a due nuove misure: la Carta Giovani e la Carta del Merito. Il bonus cultura era nato nel 2016 e consisteva in un bonus da 500 euro per i neo-18enni. Nel tempo sono state ampliate le categorie di spesa: a libri, cinema, teatri e musei si sono aggiunti anche corsi di musica, di lingue, abbonamenti a periodici e quotidiani.

Poi la manovra 2023 del governo Meloni ha abolito il bonus e l’ha rimpiazzato con le due nuove carte: la Carta Giovani per i 18enni con Isee sotto i 35mila euro e la Carta del Merito per i 18enni che hanno superato la maturità con 100 di voto. Ognuna ha un valore di 500 euro e sono cumulabili.

Il flop del nuovo bonus cultura

A spiegare il fallimento sono i numeri: per queste due misure erano stati stanziati 190 milioni per il 2024 e invece ne sono stati spesi solamente 108. A tirare le somme è il Sole 24 Ore, che spiega come rispetto all’anno prima gli introiti per il settore della cultura sono stati dimezzati.

Le cifre del fallimento delle nuove due nuove carte

Andiamo a vedere cosa dicono i numeri. Nel 2023 i 18enni che hanno usufruito del bonus da 500 euro sono stati 458mila, mentre nel 2024 parliamo solamente di 117.669. Una cifra tra l’altro approssimativa in quanto i due bonus sono cumulabili quindi i beneficiari potrebbero essere in molti casi sovrapponibili.

Poi ci sono le denunce di diverse associazioni. Per esempio la Federazione industria musicale italiana (Fimi) parla di importi dimezzati. Un’altra cifra la fornisce l’Associazione italiana editori (Aie): queste due nuove misure volute dal governo Meloni sono costate, al mercato del libro, ben 32,7 milioni.